Un utente che decide di disattivare un abbonamento per la linea fissa deve tenere conto di alcuni “costi nascosti” che potrebbero essere previsti.
Avere una connessione internet in casa è divenuto fondamentale per molti cittadini, soprattutto per chi lavora da remoto. Considerati i rincari nel settore, gli utenti vanno sempre alla ricerca di una tariffa conveniente che possa permettere di risparmiare.
Quando si cambia operatore, però, bisogna fare attenzione ai costi necessari per questo tipo di operazione che molto spesso gli utenti non conoscono. A trattare l’argomento è stato uno studio condotto da SosTariffe.it e Segugio.it che ha analizzato i costi richiesti quando viene disdetto un abbonamento alla linea fissa. In alcuni casi, sembra ci sia una minore chiarezza rispetto a quanto avviene per la telefonia mobile.
Linea fissa, i “costi nascosti” in caso di disattivazione dell’abbonamento: lo studio
Un’indagine di SosTariffe.it e Segugio.it ha analizzato tutti i costi previsti per un cambio di operatore di linea fissa evidenziando come, molto spesso, in questo settore si riscontra poca chiarezza rispetto a quanto accade per la telefonia mobile.
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Secondo lo studio, il recesso da un abbonamento per la linea fissa comporta un costo di 16 euro, ma potrebbero essere necessario dover sborsare una cifra maggiore per via di “determinati costi” per completare il passaggio. Sul punto è intervenuta nel corso degli anni l’Agcom, ma ancora sembra esserci qualche “costo nascosto”.
La normativa prevede che l’operatore per la disattivazione non può chiedere una cifra superiore ad un canone mensile, circostanza che secondo lo studio viene rispettata dai gestori. Nello specifico a febbraio 2025 il costo medio per una linea fissa è di 26,16 euro al mese, mentre per il cambio operatore e la cessazione della linea vengono richiesti rispettivamente 16,39 euro e 20,47 euro, in entrambi i casi in linea con la normativa. Quali sono, dunque, “i costi nascosti”? Stando all’analisi degli esperti, in alcuni casi vengono addebitati importi per la rateizzazione del prezzo del modem o come contributo di attivazione che sarebbero “nascoste” all’interno del canone mensile e rappresentando spese aggiuntive se viene richiesta la disdetta prima dei 24 o dei 48 mesi dalla data di attivazione.
Per quanto riguarda il primo importo (modem), questo sarebbe previsto da una tariffa su quattro presa in esame dallo studio e porterebbe ad un costo aggiuntivo in media di circa 213 euro in caso di recesso dopo 12 mesi che possono comunque essere rateizzati su richiesta all’operatore. Il contributo di attivazione, invece, è previsto dal 12% delle offerte analizzate con un conseguente costo aggiuntivo di 80 euro per una disdetta dopo 12 mesi. In entrambi i casi, con una disdetta effettuata dopo la fine della rateizzazione di questi costi si pagherebbe solo la cifra prevista per la disattivazione.
Infine, bisogna tener conto anche di eventuali penali per la mancata restituzione del modem dopo il recesso, importi che variano in base al gestore.