Il Consiglio comunale di Salò ha revocato la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini.
“Nell’Italia di oggi non c’è più spazio per le sue idee”, così Francesco Cagnini, sindaco di Salò di 29 anni, ha spiegato la decisione presa dal Consiglio comunale della sua città. Un provvedimento che era datato 1924 e che ha portato il Consiglio a esprimersi per la terza volta i merito al suo passato di capitale della Repubblica sociale italiana durante gli ultimi anni della Seconda Guerra Mondiale.
La mozione era stata presentata da Tiberio Evoli, consigliere della maggioranza di centrosinistra salita al Governo dopo vent’anni di amministrazioni di centro destra, e ha ricevuto dodici voti a favore. Sono invece tre i consiglieri contrari e uno astenuto che appartengono tutti alle liste civiche. E dai consiglieri della maggioranza arriva l’idea di anticipare questo percorso che era stato fissato per il 25 aprile prossimo a livello simbolico coincidente con la Liberazione.
Tornando indietro nella storia dobbiamo parlare del 23 maggio 1924 quando, una ventina di giorni prima dell’omicidio Matteotti, il commissario prefettizio Salvatore Punzo firmò il conferimento della cittadinanza onoraria per il Duce. Questi soggiornò a lungo nella città in quello che oggi è un albergo di lusso.
Tolta la cittadinanza onoraria di Salò a Mussolini, i commenti
Sono divisivi i commenti sulla cittadinanza tolta a Benito Mussolini a Salò. L’ex ministro della giustizia Cartabia non ha però dubbi: “La nostra costituzione poggia su basi antifasciste e quindi direi che è arrivato il momento per compiere questo passo”.
Francesco Cagnini, sindaco di Salò, ha specificato sul Duce: “Le idee rappresentante dalla cittadinanza onoraria a Mussolini non hanno più spazio nella Salò di oggi. Questa è un’iniziativa portata avanti da un’Amministrazione guidata da un sindaco nato 50 anni dopo la Liberazione che non può quindi in nessun modo vedere questo passaggio che come un momento unificante che riafferma l’amore verso libertà e democrazia”.
Parole che segnano nettamente la posizione del centrosinistra che governa oggi la città. “Alla luce dei valori costituzionali e democratici che, come amministratori, siamo chiamati a rappresentare, Benito Mussolini non merita alcuna onorificienza dal Comune di Salò. La revoca è un passaggio che non merita ulteriori parole, giustificazioni e giudizi. Andava semplicemente fatta”, conclude.
C’è anche chi ha protestato, il gruppo di estrema destra “Difendi Brescia” ha parlato di “in atto puramente ideologico e inutile la cittadinanza onoraria a Mussolini. Invece di perdere tempo con revisionismi storici invitiamo il Comune a concentrarsi su problemi concreti e a non alimentare divisioni ideologiche sterili”. La votazione è stata accolta da un lungo applauso, ma anche da qualche fischio di protesta.
Una mossa politica di sensibilizzazione che va avanti anche in numerosi altre città, a partire dalla stessa Brescia, dove Mussolini ottenne questo riconoscimento durante il ventennio.