Decreto bollette, l’Italia apre ufficialmente all’energia nucleare “sostenibile”: cosa significa e quali sono i rischi

La premier Giorgia Meloni ne aveva parlato già nei mesi scorsi quando ha detto che “è bello immaginare che ogni nazione abbia la sua piccola stella”.

Meloni e Fratin aprono all'energia nucleare
Decreto bollette, l’Italia apre ufficialmente all’energia nucleare “sostenibile”: cosa significa e quali sono i rischi (ANSA FOTO/CANVA FOTO) – Notizie.com

Passo dopo passo, accordo dopo accordo, ieri il governo italiano ha aperto ufficialmente le porte all’energia nucleare. Lo ha fatto attraverso un disegno di legge delega inserito all’interno del cosiddetto decreto bollette.

Il provvedimento è stato approvato in Consiglio dei Ministri, su proposta della stessa presidente e del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin. In una nota di Palazzo Chigi si è però specificato che si tratta sì di nucleare ma “sostenibile e da fusione” nell’ambito del “mix energetico italiano”. Cosa significa? Ciò su cui sta scommettendo il governo è lo sviluppo di impianti che sfruttano l’energia da fusione nucleare.

La questione dei referendum e della tecnologia su carta

Una tecnologia che però, al momento, esiste solo sulla carta. Per realizzare gli impianti gli esperti parlano di almeno 10 anni, anche se Fratin ha assicurato che il primo reattore arriverà “verso la fine di questo decennio, l’inizio del prossimo”. Ma, è cosa nota, nel novembre del 1987 gli italiani hanno votato in massa un referendum per l’abolizione del nucleare nel nostro Paese, anche sull’onda emotiva del disastro di Chernobyl, avvenuto nell’aprile del 1986.

Non è proprio così. I quesiti referendari, infatti, riguardavano l’abolizione e l’abrogazione di interventi e contributi statali per l’apertura o la presenza sul territorio di centrali. Un altro quesito ha abrogato la possibilità per l’Enel di partecipare all’estero alla costruzione di impianti. Dunque i quesiti non hanno direttamente vietato l’uso del nucleare in Italia. Come ha specificato il Ministro: “Parliamo di un altro nucleare, però. Parliamo della prima, seconda e terza generazione. Il nucleare che noi stiamo impostando è quello di nuova generazione”.

Della vicenda nucleare Notizie.com se n’era occupata già il 12 novembre, subito dopo le prime aperture in tale direzione dell’esecutivo Meloni. In quei giorni si teneva alla Farnesina l’Evento ministeriale del Gruppo mondiale per l’energia da fusione. Era stata ufficializzata la prima newco a sostegno pubblico che coinvolge anche Enel, Leonardo e Ansaldo, ma non solo. Era stato anche siglato l’accordo tra la società americana Blue Laser Fusion (Blf) e la Rse (Ricerca sul settore energetico), società controllata da Gse (Gestore servizi energetici) a sua volta interamente partecipata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.

Fusione nucleare
La questione dei referendum e della tecnologia su carta (CANVA FOTO) – Notizie.com

L’accordo prevede l’avvio di attività di ricerca e sviluppo congiunte sul primo impianto al mondo a fusione inerziale (Ife) di taglia commerciale. Già in quel momento le organizzazioni ambientaliste si erano mostrate perplesse, per dirla con un eufemismo, nei confronti della strategia del governo. “Parliamo di tecnologie che in commercio ancora non ci sono. – ci aveva detto Katiusha Eroe, responsabile nazionale energia di Legambiente – Tecnologie impossibili da realizzare fino al 2035. È una modalità per distrarre gli italiani dai veri problemi dell’energia nel nostro Paese”.

E poi: “Tutto quello che si sta muovendo ci racconta di costi decisamente elevati. La fisica del reattore non è cambiata. I problemi di costi, di costruzione, di sicurezza, non sono cambiati. Quel che avveniva sui grandi reattori avverrà sui piccoli”. Ieri, comunque, il passo in avanti decisivo. Il disegno di legge delega “interviene – continua la nota di Palazzo Chigi – in forma organica sotto i profili economico, sociale e ambientale, nel quadro delle politiche europee di decarbonizzazione con orizzonte temporale il 2050, coerentemente con gli obiettivi di neutralità carbonica e di sicurezza degli approvvigionamenti”.

Il Ministro Fratin: “Reattori prodotti in serie di potenze variabili”

Tre gli obiettivi finali: garantire e favorire il raggiungimento dell’indipendenza energetica; concorrere agli obiettivi di decarbonizzazione necessari a fronteggiare il cambiamento climatico; garantire la sostenibilità dei costi gravanti sugli utenti finali e la competitività del sistema industriale nazionale. Il nuovo iter, inoltre, assicurerebbe l’addio alle centrali nucleari del passato, destinate alla definitiva dismissione “salvo eventuale riconversione”. Verranno utilizzate le migliori tecnologie disponibili e “si valuterà l’istituzione di un’Autorità indipendente competente per la sicurezza nucleare”.

Gilberto Pichetto Fratin
Il Ministro Fratin: “Reattori prodotti in serie di potenze variabili” (ANSA FOTO) – Notizie.com

Si prevede poi una disciplina organica dell’intero ciclo di vita dell’energia nucleare, lo sviluppo della nuova politica nucleare. E la fornitura di “adeguate garanzie finanziarie e giuridiche per coprire i costi di costruzione, gestione e smantellamento degli impianti e per i rischi, anche a loro non direttamente imputabili, derivanti dall’attività nucleare”. Il Ministro è comunque entusiasta. “La ricerca e la sperimentazione sta portandoci ad avere dei reattori prodotti in serie di potenze variabili. – ha concluso Fratin – Ce ne sono ancora con raffreddamento ad acqua che sono quelli di terza generazione avanzata. E poi ci saranno quelli a piombo che praticamente, non solo eliminano le scorie, ma utilizzano le scorie di quelle che erano le vecchie centrali come nuovo combustibile“.

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