Con l’estate è ormai alle porte, torna anche il rischio siccità nel Sud Italia: cosa può succedere nei prossimi mesi.
L’ultimo è quello di Valencia, che ha provocato morte e distruzione dopo mesi di siccità: gli eventi meteo estremi causati dal cambiamento climatico fanno ormai parte del registro quotidiano.
Associazioni e scienziati da anni lanciano l’allarme e chiedono alle istituzioni di trovare soluzioni per mitigare e adattare il territorio a una situazione che rischia di diventare strutturale in tutto il mondo, come ritiene uno studio dell’Istituto federale svizzero per le foreste pubblicato sulla rivista Science a gennaio di quest’anno.
La siccità è un fenomeno strettamente correlato all’aumento delle temperature ma anche agli eventi estremi. Proprio la mancanza di piogge per periodi prolungati è causa ad esempio, delle alluvioni. Passi indietro verso la riduzione delle emissioni sono in corso e altri possono sempre essere fatti, ma gli effetti potrebbero non essere percepibili nel breve periodo. Lo studio svizzero dimostra che la siccità in tutto il mondo è in aumento dal 1980: fino ad oggi sono stati registrati tredicimila eventi di scarsa piovosità lunghi almeno due anni. Le zone più colpite sono state gli Stati Uniti occidentali, la Mongolia e l’Australia Sud-orientale.
Siccità: in Italia è a rischio il Sud
Secondo i dati Copernicus, resi noti nella relazione dal titolo Global Climate Highlights, il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato, con una temperatura media globale di un grado e mezzo in più rispetto ai livelli pre-industriali. Caldo record e scarsa piovosità hanno ridotto al minimo le riserve idriche. In Italia la situazione è migliorata al Nord, dopo che nel 2022 e 2023 alcune regioni hanno dovuto ricorrere alla razionalizzazione dell’acqua.
Dai dati di gennaio 2025 emerge comunque un deficit di neve caduta su Alpi e Appennini del 63% rispetto allo stesso periodo dal 2011 al 2023. Secondo il Cnr, le temperature del prossimo trimestre marzo-maggio potrebbero essere superiori alla media dal 60 al 100%. E la piovosità in Europa, Scandinavia a parte, in previsione è più bassa del 40-50% rispetto alla media.
Le regioni più a rischio in Italia sono Sicilia, Calabria e Puglia, ma anche alcune località del Lazio, sud della Campania e della Basilicata. “L’osservatorio siccità del Cnr riassume il quadro della situazione guardando i dati degli ultimi dodici mesi. L’Italia è spaccata in due”. A commentare questi dati è Mattia Gussoni, meteorologo de IlMeteo.it. Contattato da Notizie.com, spiega che il problema della siccità al Nord è risolto grazie alle piogge di tutto il 2024 che hanno reso possibile la formazione di “riserve idriche abbondanti”.
“Potrebbe diventare un’emergenza. Investire in infrastrutture”
Come già accennato, la situazione resta critica al Sud, dove per quest’estate “il rischio siccità è alto, con temperature in aumento. Questa, in futuro, potrebbe assolutamente diventare un’emergenza”, dichiara. “Lo abbiamo già visto negli ultimi anni con la razionalizzazione dell’acqua. Il cambiamento climatico non rallenta anzi, assistiamo a temperature sempre più elevate con ogni anno che passa. E assenza di precipitazioni”.
L’alternativa al problema è “investire in infrastrutture. Bacini artificiali per contenere l’acqua in vista dei periodi siccitosi, adattare canali e laghi”. Quest’estate “la tendenza europea annuncia temperature sopra la media climatica di riferimento. Andremo incontro a un’estate particolarmente calda. Per quanto riguarda le precipitazioni non sono previste particolari anomalie, se non nella seconda parte della stagione, che potrebbe risultare particolarmente siccitosa in Italia, ancora una volta sulle regioni del Sud e sulle due isole maggiori”