“Sul software-spia abbiamo chiesto l’istituzione di una Commissione d’inchiesta europea. C’è il tema della libertà di stampa, ma anche della privacy dei cittadini”.
A parlare, in esclusiva per Notizie.com, è il giornalista ed europarlamentare Sandro Ruotolo (S&D). Il caso è quello di Graphite, il software-spia di proprietà della società israeliana Paragon Solutions.
Nelle scorse settimane è emerso, infatti, che il direttore di Fanpage, Francesco Cancellato, e il fondatore dell’ong Mediterranea Saving Humans, Luca Casarini, sarebbero stati spiati proprio attraverso il software della Paragon. “Sono coinvolti 13 Paesi, Italia compresa, e 90 utenze – ha continuato Ruotolo – compresa quella di don Mattia Ferrari. Un sacerdote. È incredibile. Siamo preoccupati perché lo spionaggio illegale appartiene ai regimi e non alle democrazie”.
Ruotolo in esclusiva per Notizie.com: “Stiamo organizzando una missione a Roma”
Sul caso Paragon sono al lavoro le Procure di Palermo, Napoli e Roma. Il riferimento dell’europarlamentare è alla notizia che tra gli italiani spiati ci sarebbe anche il cappellano della ong Mediterranea. Don Mattia appunto, che nelle scorse ore ha presentato un esposto. Le opposizioni hanno ripetutamente chiesto l’intervento in aula della premier Giorgia Meloni per riferire su quanto sta accadendo. “Come eurodeputati – ha specificato Ruotolo – stiamo anche organizzando una missione a Roma per sentire tutti i testimoni e le vittime di questo spionaggio”.
Sandro Ruotolo fa anche parte del gruppo di lavoro sull’attuazione dell’European Media Freedom Act (Emfa), il nuovo regolamento europeo sulla libertà dei media. Il team si riunirà giovedì 13 marzo a Strasburgo. Il regolamento sta entrando in vigore step by step, con varie tappe fino all’8 agosto 2025, quando dovrà essere completamente attuato (e rispettato, pena sanzioni) da tutti gli Stati membri dell’Unione europea.
Da pochi giorni, l’8 febbraio, sono entrati in vigore gli articoli 4.2 e 6.3 che prevedono rispettivamente il divieto “agli Stati membri di interferire, direttamente o indirettamente, nelle decisioni editoriali dei fornitori di servizi mediatici” e l’adozione per i media di “misure per garantire l’indipendenza delle decisioni editoriali”. Rispetto poi alla completa attuazione dell’Emfa, l’attuale status della Rai potrebbe costituire un ostacolo per il rispetto del nuovo regolamento in Italia.
La mozione per il rispetto dell’European Media Freedom Act (Emfa)
“La ‘novità’ è che non sta accadendo niente. – ha detto Ruotolo – A livello parlamentare in Italia abbiamo presentato una mozione, firmata da tutta l’opposizione, che sarà discussa a marzo. L’impressione è che ci sia un arretramento”. Nel testo della mozione, infatti, si legge che “in Italia le criticità che si registrano nella governance della Rai, così come l’approccio ostile del governo verso alcuni format e trasmissioni del servizio pubblico che evidenziano la necessità di una rapida applicazione delle misure contenute nell’Emfa proprio a garanzia della funzione del servizio pubblico e del pluralismo nonché a tutela del giornalismo di inchiesta”.
Ed inoltre: “L’attuale paralisi nella designazione dei vertici dell’azienda del servizio pubblico che si riverbera persino sull’ordinario funzionamento dell’organismo parlamentare di vigilanza considerato che la Commissione parlamentare non si riunisce, ormai, da tre mesi” e ciò “mostra quanto pesi il condizionamento partitico all’interno della Rai”. La mozione ha l’obiettivo di impegnare il Governo “a rispettare, tempestivamente, le scadenze previste dell’Emfa rimediando ai ritardi già in essere”.