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CuriositĂ 

Telecamere vietate in condominio: in questi posti sono assolutamente illegali

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Giuseppe F.

Quando si parla di installazione di telecamere di sicurezza nel condominio tocca rispettare varie regole imposte dalla normativa vigente.

Ti rubano l’auto fuori dal palazzo e pensi: “Ah, se avessimo avuto delle telecamere condominiali!“. In effetti, la presenza di telecamere di sicurezza funge da deterrente sia per potenziali furti o atti di vandalismo che da protezione psicologica per i residenti. Un sistema di sorveglianza condominiale, insistente sull’entrata, sull’androne e nel garadge, può infatti dare un senso di maggiore sicurezza a tutti i condomini.

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Da un certo punto di vista, infatti, è sempre un bene che le aree comuni siano sorvegliate. Ciononostante, bisogna fare anche in modo che l’azione di protezione rispetti la privacy altrui. Per questa ragione, anche in condominio, la presenza di telecamere è severamente regolata da normative specifiche.

Norme che tengono conto tanto del diritto alla sicurezza quanto del rispetto della privacy. L’installazione di telecamere nelle aree comuni, come per esempio i garage, gli ingressi, le scale e i cortili, è di conseguenza consentita solo previa approvazione dell’assemblea condominiale. La decisione va quindi presa con una maggioranza specifica, così come stabilito dall’articolo 1136 del Codice Civile.

Inoltre, le telecamere non possono inquadrare aree private, come l’interno degli appartamenti, balconi di altri condomini o posti auto privati. In caso contrario, di fatto, si configurerebbe una violazione della privacy, regolata dal GDPR e dal Codice in materia di protezione dei dati personali. Ergo, se il condominio dovesse decidere di installare un sistema di videosorveglianza, bisognerebbe anche nominare un responsabile della privacy. Una figura che il più delle volte coincide con l’amministratore condominiale.

Telecamere in condominio: cosa dice la legge

Ma un singolo condomino può installare delle telecamere in aree condominiali? In teoria sì. Ma deve fare in modo che i dispositivi riprendano solo la sua proprietà. Come l’ingresso del proprio appartamento o del box. Ogni volta che le telecamere insistono anche su spazi comuni è necessaria l’autorizzazione dell’assemblea.

Telecamere in condominio: cosa dice la legge – notizie.com

L’assemblea condominiale può deliberare l’installazione di dispositivi di videosorveglianza sulle parti comuni con la maggioranza prevista dal secondo comma dell’articolo 1136 del Codice Civile. Serve la maggioranza degli intervenuti all’assemblea, con almeno la metà del valore dell’edificio (cioè 500 millesimi).

L’installazione deve tuttavia essere poi giustificata dal “legittimo interesse” del condominio per proteggere la sicurezza delle persone e dei beni. E questo interesse deve essere bilanciato con i diritti e le libertà dei condomini e degli eventuali visitatori degli spazi comuni.

Secondo l’articolo 13 del GDPR, tutti devono essere informati, in modo chiaro e comprensibile, della presenza del sistema di videosorveglianza. E anche sulle finalità del trattamento e sulla durata di conservazione delle immagini. Ci vogliono dunque dei cartelli. Senza opportuna segnalazione, le telecamere diventano illegali. Il Garante Privacy ha infine stabilito un limite massimo di sette giorni, salvo esigenze particolari, come delle indagini in corso, per la conservazione dei filmati.

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Giuseppe F.