Una preziosa bottiglia di Tignanello, uno dei vini di Antinori, icona italiana nel mondo, venduta al modico prezzo di 69 euro invece di 690.
In alto a sinistra, ben visibile, il logo di uno dei più noti rivenditori online: Bernabei. Ad un occhio poco attento, un’occasione imperdibile quella che proviene da un post sponsorizzato sui social media. Ma a ben vedere, qualcosa non quadra. Tutti i riferimenti sono a domini o sottodomini web “simili” a quello ufficiale.
E ad una verifica ancor più approfondita ci ritroviamo su un profilo Facebook chiamato “Negozio Sconto Vino Rosso” che ha cambiato “veste” il 26 febbraio scorso ma che non è stato “ripulito”. Sulla timeline campeggiano ancora decine di foto ed immagini di ragazzi, presumibilmente sudafricani (così ci informa la bio) appassionati di musica. Con ogni probabilità si tratta di un profilo rubato ai veri proprietari per portare avanti quella che appare come una vera e propria truffa.
Si tratta di una nuova tipologia di raggiro. Ma di casi simili a quello che sembrerebbe aver colpito Bernabei ne è pieno il web. I rischi sono altissimi: nell’ipotesi migliore l’utente che crede di fare un affare acquistando ben due bottiglie di Dom Perignon Brut Vintage del 2013 al prezzo di 49 euro, quei soldi li perderà senza ricevere nulla in cambio. In quella peggiore i dati personali, ancor più preziosi di qualsiasi cifra, verranno trafugati.
Se da un lato, però, i social continuano a permettere la circolazione indisturbata degli annunci-truffa, dall’altro ci sono browser che riescono a proteggere la nostra navigazione. Sia Chrome sia Safari, ad esempio, impediscono, segnalando rischi malware, di approdare sulla landing page realizzata dai criminali informatici. Il consiglio principale, dunque, è quello di tenere sempre aggiornati app e sistemi operativi. Il problema, infatti, sta nella vulnerabilità dei dispositivi, magari obsoleti e poco aggiornati.
Sui casi di truffa riguardanti vino e liquori pregiati sono già al lavoro gli agenti della polizia postale. Nei mesi scorsi un episodio simile ha riguardato un altro importante rivenditore online, Tannico. Del caso se n’è occupato il portale Butac, progetto web dedicato al fact-checking ed allo smascheramento di bufale e fake news in giro sulla rete. In quel caso l’annuncio sponsorizzato era stato avviato da un fantomatico “Tannico Vendita Vini”. “Purtroppo la sponsorizzazione che sta girando – avevano fatto sapere da Tannico – in questi giorni su Facebook e Instagram, non si tratta di un’offerta legata a Tannico, ma di una truffa. Abbiamo già allertato le autorità competenti“.