Assegno di inclusione, senza ricarica a marzo a chi non rispetterà questi obblighi

Diverse novità in arrivo per l’assegno di inclusione: cosa cambia per la misura di sostegno già a partire dal pagamento di marzo 2025.

L’assegno di inclusione (AdI) e il supporto per la formazione e il lavoro (SFL) sono le misure sostitutive del reddito di cittadinanza introdotte dal Governo Meloni nel maggio 2023 ed entrate in vigore dal primo gennaio del 2024. Per quanto concerne l’assegno di inclusione, l’aiuto è dedicato a famiglie con ISEE pari o inferiore ai 10.140 euro e con almeno un minore, un disabile o un ultrasessantenne.

Ragazza disperata
Assegno di inclusione, senza ricarica a marzo a chi non rispetterà questi obblighi – notizie.com

Il sussidio di base è di 500 euro, ma l’assegno può salire a 630 euro laddove il nucleo familiare sia composto da due over-67. A partire dal 5 marzo 2025, grazie al nuovo calcolo dell’ISEE, l’accesso all’assegno di inclusione dovrebbe diventare più inclusivo. Il Governo ha infatti deciso titoli di Stato, buoni fruttiferi postali e libretti postali non saranno più conteggiati nel calcolo del patrimonio, nel caso in cui il loro valore non superi i 50.000 euro.

In base a tale modifica ci saranno molte famiglie che potranno ridurre il proprio ISEE e, di conseguenza, rientrare più agevolmente nel range normativo che dà accesso all’AdI. Ma non è tutto. Per marzo 2025 sono infatti attese anche altre novità rilevanti sull’assegno di inclusione. Non tutte positive, però.

Sappiamo già che, in base a quanto rivelato dall’INPS nel messaggio 105 datato nel 2023, alcuni percettori non potranno godere dell’assegno in alcune mensilità del 2025. La prestazione di sostegno spetta infatti per un tempo massimo di diciotto mesi. Dopodiché la prestazione decade. La famiglia che riceveva l’assegno può tuttavia farne nuovamente richiesta, qualora possa soddisfare ancora i requisiti, e beneficiarne per altri dodici mesi.

Assegno di inclusione: stop all’aiuto già a marzo per chi non rispetta il PaIS

In ogni caso, tra un periodo di percezione e l’altro deve passare almeno un mese di sospensione. Per tale ragione, nel 2025, alcune famiglie non riceveranno dodici assegni ma solo undici. I percettori, poi, devono anche tener conto della sottoscrizione al PaIS, ovvero al patto per l’inclusione sociale, il vincolo chiave che hanno dovuto accettare richiedendo l’aiuto.

Ragazza con gli occhiali
Assegno di inclusione: stop all’aiuto già a marzo per chi non rispetta il PaIS – notizie.com

Nello scorso anno, i percorsi di attivazione lavorativa e sociale non sono stati quasi mai presi in considerazione. Ma da quest’anno il Governo vorrebbe ribadire l’importanza dell’obbligo collegato alla misura. Quello di attivazione lavorativa e sociale.

L’obbligo di attivazione lavorativa e sociale riguarda i componenti del nucleo tra i diciotto e i cinquantanove anni che esercitano la responsabilità genitoriale e sono abili al lavoro. Si tratta sostanzialmente di confrontarsi con un centro per l’impiego, per valutare proposte formative e di lavoro. Con l’obbligo implicito di accettare proposte compatibili con le proprie esigenze fra le offerte presenti sulla piattaforma SIISL.

Basta che un singolo componente della famiglia non rispetti il PaIS per far decadere l’assegno. Gli obblighi per la fruizione dell’assegno di inclusione, che scatteranno da marzo, sono relativi al presenziare alle attività previste e alle convocazioni del centro per l’impiego. Toccherà poi accettare le offerte di lavoro congrue. In caso contrario, già da marzo, il Governo minaccia di far decadere subito l’aiuto.

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