Mosca non si ferma: gli attacchi in Ucraina stanno continuando ininterrotti da almeno tre giorni, dopo un breve momento di relativa tranquillità.
Il presidente russo sta approfittando delle ultime possibilità di conquistare territori, in vista dei negoziati che prima o poi dovrebbero essere avviati grazie alla mediazione Usa. A rendere più facile il suo intento, c’è anche la decisione della Casa Bianca di stoppare gli aiuti militari a Kiev, inclusi i missili per la difesa aerea Patriot, e soprattutto la condivisione dei servizi d’intelligence.
Senza questi ultimi, l‘Ucraina non è in grado di prevedere le intenzioni avversarie, dunque vanno avanti i bombardamenti russi nel Donbass e nella città di Donetsk. Sempre più forti, negli ultimi giorni missili e droni stanno colpendo anche zone urbane, le centrali del gas di Odessa, e danneggiando alcune zone di Kharkiv e Zaporizhzhia. Tra le zone più colpite figurano anche le città di Dropopillia, Pokrovsk e Chasiv Yar.
Il bilancio dei civili morti è di quindici. Quello militare non è stato ancora reso noto. I cittadini si stanno nascondendo in cantine e rifugi, mentre nelle città si combatte. Al fianco della Russia contro il corpo di spedizione ucraino c’è la fanteria della Corea del Nord: senza gli aiuti Usa, Kiev può molto poco e non riesce a fronteggiare gli avversari.
Gli stessi militari ucraini sui social hanno ammesso di avere forti difficoltà, di non riuscire a bloccare le vie di collegamento con le retrovie della zona di Sumy. Sarebbero costretti alla ritirata e pare che abbiano perso gran parte dei 1.200 chilometri quadrati di territorio russo che avevano occupato il 6 agosto.
Trump: “Più facile parlare con Putin” ma annuncia sanzioni verso Mosca
La decisione di Donald Trump di bloccare gli aiuti militari e la condivisione dell’intelligence è arrivata dopo lo scontro di venerdì 28 febbraio allo Studio Ovale con Volodymyr Zelensky, al termine del quale il tycoon ha dichiarato di voler parlare con l’Ucraina solo quando il suo presidente sarà pronto per la pace.
Ma Donald Trump non bacchetta solo Zelensky. Nelle ultime ore infatti, ha assunto una forte presa di posizione anche nei confronti del presidente russo Vladimir Putin. Se da un lato ha dichiarato che è più facile trattare con Mosca che con Kiev, dall’altro ha annunciato sanzioni contro il Cremlino su più ampia scala, colpendo anche il settore bancario, e dazi, fino a che non si arriverà al cessate il fuoco.
“La rabbia di Trump è aumentata” negli ultimi giorni, come scrive Axios citando fonti della Casa Bianca. Il presidente Usa non tollera l‘escalation sul fronte messo in atto dalla Russia nei confronti dell’Ucraina, e il fatto che Putin abbia approfittato dello stop americano degli aiuti a Kiev.
Intanto il presidente Zelensky, sempre sui social, ha chiesto ancora una volta aiuto alla comunità internazionale, attraverso nuove sanzioni contro Mosca.