Sabrina Minardi è morta a Bologna all’età di 65 anni. Chi era la donna e perché il suo nome è collegato alla scomparsa di Emanuela Orlandi e alla Banda della Magliana.
Una donna mai ritenuta attendibile, ma che nel 2008 è stata definita per un periodo la supertestimone sul caso della scomparsa di Emanuela Orlandi. Sabrina Minardi è morta “serenamente”, proprio come “chi sa di aver detto la verità”.
Così, su Facebook, l’ha ricordata la giornalista Raffaella Notariale, che con lei ha scritto a quattro mani il libro La supertestimone del caso Orlandi, con la prefazione di Pietro, fratello della cittadina vaticana scomparsa a 15 anni il 22 giugno del 1983.La prima inchiesta sul caso fu chiusa nel 1997, ma a giugno del 2008 proprio le dichiarazioni di Sabrina Minardi servirono a collegare il fatto alla Banda della Magliana, organizzazione criminale operante a Roma negli anni Settanta e Ottanta.
La controversa testimone della vicenda è morta a 65 anni a Bologna, nella comunità dov’era ricoverata. Raffaella Notariale ha spiegato che “si è spenta dopo essere stata dal parrucchiere, si era fatta bionda e bella perché aspettava i suoi affetti più grandi. È morta nel sonno”. Sabrina Minardi, secondo la giornalista, aveva offerto “non uno, ma tanti” spunti alle indagini. “Eppure chi avrebbe dovuto e potuto coglierli e approfondirli non ha voluto farlo. Non ultima, la commissione di inchiesta sul caso di Emanuela Orlandi”.
Ricordiamo che proprio sulla scomparsa della ragazza in questo momento sono aperte tre indagini: una del Vaticano, una della Procura di Roma e un’altra della commissione bicamerale di inchiesta, che indaga anche su un’altra misteriosa sparizione, quella di Mirella Gregori.
Alle polemiche ha prontamente risposto il senatore di Fratelli d’Italia Andrea De Priamo, presidente della Commissione bicamerale di inchiesta sul caso Orlandi e Gregori. Tra i primissimi documenti richiesti dalla Bicamerale, c’erano proprio “quelli relativi alle dichiarazioni della Minardi sul presunto coinvolgimento di Enrico De Pedis nella scomparsa di Emanuela Orlandi, oggetto di indagini della Procura di Roma dal 2008 al 2015, vagliate da Procura, gip e Cassazione. E ritenute contraddittorie e inattendibili“.
De Priamo ha spiegato che la Commissione sta lavorando con “massima serietà e attenzione e nessuno dei commissari, sia di maggioranza che di opposizione, fino ad oggi, aveva manifestato l’urgenza di convocare in audizione Sabrina Minardi, anche tenuto conto delle sue fragilissime condizioni di salute fisica e psichica“.
Nel 2009 Sabrina Minardi aveva portato agli inquirenti a scoprire un luogo di prigionia a Monteverde Vecchio, poco lontano dall’ospedale San Camillo. La donna raccontò di aver visto Emanuela Orlandi nella zona del laghetto dell’Eur poche ore dopo il rapimento e di aver guidato un’auto con a fianco Enrico De Pedis (alias Renatino) boss della Banda della Magliana. Dietro questa auto ce n’era un’altra con a bordo Emanuela Orlandi.
I due veicoli avrebbero raggiunto Torvajanica, litorale romano, e lì l’allora quindicenne sarebbe stata affidata a un’altra donna. Sempre Minardi spiegò che dopo alcuni mesi, Emanuela sarebbe stata consegnata a un sacerdote, dopo essere stata prelevate da lei stessa in un bar a Gianicolo, dove Emanuela era stata accompagnata da un’altra persona.
Tra le altre dichiarazioni della donna, c’è quella sull’ex presidente dello Ior Paul Marcinkus. Quest’ultimo avrebbe incontrato la quindicenne pochi giorni dopo la sua scomparsa. Sempre sua la versione secondo la quale il cadavere di Emanuela Orlandi sarebbe stato gettato in una betoniera a Torvajanica a novembre del 1983. Versione però mai considerata attendibile dagli inquirenti.
Audito in Bicamerale un mese fa, Vergari, l’ex rettore della Basilica di Sant’Apollinare a Roma, dov’era stato sepolto Enrico De Pedis, ha definito Sabrina Minardi “imbrogliona”.
Ma Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, crede che nei racconti della donna ci fosse un fondo di verità. “Mi dispiace per la morte di una persona e mi dispiace anche perché dal 2015, con le ultime dichiarazioni che ha fatto, nessuno l’ha più ascoltata”, dichiara all”Adnkronos. “Forse era il caso che qualcuno la sentisse. Io gliel’ho chiesto più volte in passato, ma non ha mai voluto ascoltarmi“.
Una delle cose che il fratello di Emanuela considera attendibili nella versione di Minardi è “che avrebbe portato questa ragazza lungo la strada delle mille curve e l’avrebbe lasciata davanti al benzinaio del Vaticano”. Da lì la ragazza sarebbe salita su un’altra auto. “Solo chi conosceva quelle cose poteva parlarne”.
Ma per quale ragione Sabrina Minardi sarebbe stata a conoscenza di tutti questi dettagli? Dopo il matrimonio con Bruno Giordano, ex calciatore del Napoli e della Lazio, con il quale ha anche avuto una figlia, la donna ha avuto un legame sentimentale proprio con Enrico De Pedis.
Noto anche come Renatino, De Pedis era il boss della Banda della Magliana, ucciso in un agguato a Roma, nei pressi di Campo de’ Fiori, il 2 febbraio 1990. All’epoca della scomparsa di Emanuela Orlandi, Minardi aveva 23 anni ed ha raccontato di essere stata testimone di molti crimini del noto gruppo criminale, oltre che dei suoi presunti collegamenti con la politica e l’ambiente vaticano dell’epoca.