Marzo 2026 sarà ricordato come mese di aumenti in busta paga da moltissimi dipendenti pubblici. Si paventa però una decurtazione.
Un incremento importante in busta paga, come conseguenza di un’interminabile e complessa negoziazione tra le rappresentanze sindacali dei lavoratori e le istituzioni competenti. Il Governo ha dunque deciso di rendere operative le previsioni della Legge di Bilancio 2025, destinando finanziamenti ad hoc al settore delle pubbliche amministrazioni. Tutto ciò, fondamentalmente, per contrastare la scarsità di personale e incentivare l’ottimizzazione dei servizi forniti alla cittadinanza.
La logica è questa: i servizi possono migliorare solo se i dipendenti si sentono più soddisfatti, quindi maggiormente gratificati in termini economici. Così, dopo anni di stipendi bloccati, e un inevitabile crollo del potere di acquisto a fronte dell’aumento del costo della vita, ecco che arrivano gli aumenti. Interventi indispensabili per compensare, almeno parzialmente, l’effetto dell’inflazione.
Dunque, gli statali sono in attesa dello stipendio extra. A marzo, in busta paga, molti dipendenti del pubblico impiego otterranno infatti 1.000 euro di arretrati. Ma intanto è polemica sul mancato taglio del cuneo. Concentrandosi sulla questione positiva, quella dello stipendio extra, bisogna ringraziare il contratto collettivo nazionale di lavoro, che ha di fatto stabilito incrementi retributivi variabili.
Il range è appunto tra i 300 e i 1.000 euro. E l’aumento potrebbe essere più cospicuo per l’aggiunta del taglio del cuneo fiscale e le indennità arretrate. Eppure qualcosa non torna… Su NoiPA, il portale dedicato alla pubblica amministrazione dove controllare pagamenti e usufruire di altri servizi base, è infatti comparsa una decurtazione al posto dell’aumento previsto.
1.000 euro in più in busta paga a marzo per gli statali: chi ottiene il bonus
La ragione principale di questa brutta sorpresa è che nella busta paga dei dipendenti pubblici che ne hanno diritto, cioè coloro che guadagnano fino a 40.000 euro, non compare il beneficio del taglio del cuneo fiscale. Cioè il bonus introdotto dal Governo con l’ultima manovra.
Per ovviare a questo problema, dovrebbe arrivare una seconda busta paga per i dipendenti delle funzioni centrali. Un cedolino extra con tutti gli arretrati. Cioè quelli del rinnovo contrattuale, quantificati a circa 1.000 euro, e poi le tre mensilità dell’indennità di amministrazione mancante. Per ottenere il soldi del taglio al cuneo fiscale, invece, bisognerà attendere l’adeguamento dei sistemi di NoiPa. Gli aumenti salariali per gli statali sono destinati principalmente a chi lavora nell’istruzione, nella sanità, nelle forze dell’ordine e nelle amministrazioni centrali e locali.
Non tutti i dipendenti pubblici beneficeranno però degli stessi aumenti. A incassare di più saranno coloro che ricoprono posizioni di dirigenza o che godono di un’alta qualifica professionale. I 1.000 euro in più in busta paga arriverà alle figure apicali e ai funzionari delle amministrazioni statali. Si avvicineranno ai 1.000 euro i professionisti medici, gli infermieri e gli operatori delle strutture ospedaliere. Infine saranno premiati anche gli insegnanti, che riceveranno un aumento salariale in linea con le richieste presentate dalle organizzazioni sindacali.
Quanto agli arretrati, di circa 165 euro lordi al mese e all’adeguamento delle indennità di amministrazione, i soldi arriveranno ai dipendenti dei Ministeri, dell’Agenzia delle Entrate, dell’INPS e dell’INAIL. E ancora ai lavoratori dell’Agenzia delle Dogane e di altre istituzioni pubbliche.