Il principe Frederik di Nassau è morto ad appena 22 anni, colpito da una malattia mitocondriale correlata alla PoIg. Si tratta di un disturbo genetico in grado di privare le cellule di energia e di portare a disfunzione e insufficienza più organi.
Il principe Robert e la consorte Julie, i suoi genitori, hanno voluto condividere con il popolo la grave perdita. Frederik era infatti il loro figlio minore: “È con il cuore molto pesante che mia moglie e io vorremmo informarvi della scomparsa di nostro figlio”. Sui social hanno voluto anche approfondire uno degli ultimi momenti del ragazzo: “Venerdì scorso, in occasione del Rare Disease Day, il nostro amato figlio ci ha chiamato nella sua stanza per parlargli un’ultima volta. Frederik ha trovato forza e coraggio per dire addio a ciascuno di noi a turno: Alexander suo fratello, Charlotte sua sorella, i suoi tre cugini, suo cognato e i suoi zii”.
La famiglia reale è disperata per questo episodio anche se la morte del principe era praticamente già scritta in seguito alle complicazioni dell’ultimo periodo. “Aveva già detto tutto quello che aveva nel cuore alla sua mamma, che non lo aveva lasciato da 15 giorni. Dopo aver regalato a ciascuno di noi i nostri addii, alcuni gentil, altri saggi e istruttivi, nel suo vero stile, ci ha lasciati tutti insieme con un’ultima battuta di famiglia”.
Chi era Frederik? Il principe di Lussemburgo è scomparso a 22 anni
La morte di Frederik è stata un’occasione per i reali di sensibilizzare la battaglia contro la malattia che non conosce tregua, soste e pause e che accomuna tutti ricchi, poveri, giovani e adulti. Un messaggio di dolore che però mostra anche la forza di chi si trova ad affrontarla: “Nei suoi ultimi momenti l’umorismo e la sconfinata passione lo hanno costretto a lasciarci con un’ultima risata per far sorridere tutti”.
La grande sensibilità del principe si vede anche dalle parole del padre che confessa come la sua ultima domanda sia stata “Papà, sei orgoglioso di me?“. Spiega Robert: “Era riuscito a malapena a parlare per diversi giorni, quindi la chiarezza di queste parole era tanto sorprendente quanto il peso del momento era profondo. La risposta era molto facile e l’aveva sentita così tante volte… In quel momento aveva bisogno di rassicurazioni sul fatto di aver dato tutto quello che poteva nella sua breve e meravigliosa esistenza e che ora poteva voltare pagina per andare avanti”.
I reali di Lussemburgo continueranno a dare il loro contributo alla Fondazione Polg per cercare di vedere protratti in avanti dei risultati per evitare che la tragedia di una malattia rara la possano vivere anche altre famiglie.
