Giulio Regeni: non si hanno più tracce del professore Zakaria. A dicembre si è recato all’ambasciata italiana al Cairo e dopo poche ore è scomparso. Cosa è successo.
La notizia arriva dal quotidiano La Repubblica, secondo il quale la sede diplomatica italiana in Egitto sarebbe tenuta sotto controllo dalle autorità locali. Il caso in questione è quello di Giulio Regeni, il giovane ricercatore rapito e ucciso nel 2016: per la vicenda a febbraio è cominciato un processo che vede imputati quattro appartenenti ai servizi segreti.
Sono il generale Sabir Tariq, i colonnelli Usham Helmi, Athar Kamel Mohamed Ibrahim e Magdi Ibrahim Abdelal Sharif. Tutti imputati per sequestro di persona pluriaggravato. A Sharif è stato contestato anche il concorso in lesioni personali aggravate e in omicidio aggravato.
Nel contesto già difficile della poca collaborazione nella ricostruzione dei fatti da parte dell’Egitto, emerge ora un altro dettaglio che riguarda la vicenda del professore Zakaria, che a dicembre si è presentato alla sede dell’ambasciata italiana al Cairo raccontando di avere particolari interessanti sulla morte di Giulio Regeni.
L’Italia lo cerca, ma non è rintracciabile. Dov’è finito Zakaria
Dopo essere stato ascoltato sommariamente, gli addetti alla diplomazia hanno informato la Procura di Roma. A distanza di alcune ore è Zakaria è tornato a casa e secondo La Repubblica, durante la notte sarebbe stato prelevato da alcune persone in borghese.
Dal racconto della madre del professore, pare che a portare via il figlio siano stati alcuni agenti dei servizi egiziani. A Zakaria è stato anche sequestrato il telefono. I pubblici ministeri hanno provato a contattarlo, ma al momento non risulta rintracciabile. Secondo gli inquirenti, gli egiziani potrebbero aver saputo in tempo reale che il professore era entrato nell’ambasciata italiana. E per questo non escludono che la nostra sede diplomatica sia monitorata.
Il processo sulla morte di Giulio Regeni è cominciato a febbraio e finora in Aula sono approdate le testimonianze di chi conosceva il ricercatore. Il 12 febbraio sono stati ascoltati anche l’ex ministro Carlo Calenda e l’ex presidente della Camera di deputati Roberto Fico. All’epoca il leader di Azione aveva parlato col presidente egiziano Al Sisi, che però si era trincerato “dietro a un silenzio inaccettabile“.
In un’altra delle udienze invece, sono stati trasmessi spezzoni di un documentario che raccontano gli ultimi giorni di vita del ricercatore, quando era detenuto nel carcere di sicurezza de Il Cairo.
Proprio a Giulio Regeni l’Università di Parma ha voluto dedicare l’Unistem Day, la giornata della scienza delle scuole superiori.
E in Calabria, un team di ricercatori del Crea – Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria – ha chiamato una specie di farfalla nuova per la scienza con il nome Diplodoma giulioregenii. Simbolo di trasformazione e rinascita.