Imu 2025, la sentenza della Cassazione: in questi casi non devi versare l’imposta

La Corte di Cassazione ha confermato l’orientamento della Corte Costituzionale in merito all’esenzione Imu (Imposta Municipale Unica) in determinati casi.

L’Imu (Imposta Municipale Unica) è un tributo introdotto in Italia nel 2012 per sostituire l’Ici (Imposta comunale sugli immobili). Questa tassa deve essere versata, secondo la normativa, da chiunque possieda immobili, aree fabbricabili e terreni.

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Imu 2025, la sentenza della Cassazione: in questi casi non devi versare l’imposta (Notizie.com)

Sono esonerate dal pagamento le abitazioni principali che non rientrano nelle categorie di lusso, mentre la tassa deve essere versata per le seconde abitazioni. In alcuni casi, però, come stabilito dalla Corte Costituzionale, con una sentenza del 2022, può essere richiesta la doppia esenzione. L’orientamento è stato recentemente dalla Corte di Cassazione con un’ordinanza. I giudici della Suprema Corte, dunque, hanno confermato quanto disposto dalla precedente sentenza. Così da evitare eventuali contenziosi con le amministrazioni comunali da parte dei contribuenti interessati.

Esenzione Imu coppie che vivono in abitazioni differenti: la sentenza della Cassazione

L’Imu sulla prima abitazione è stata abolita già da tempo, mentre è necessario effettuare il versamento per quanto riguarda le seconda case. In merito all’esenzione Imu è intervenuta la Corte di Cassazione che, attraverso l’ordinanza numero 4292/2025, ha confermato quanto stabilito dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 209 del 13 ottobre 2022.

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Esenzione Imu coppie che vivono in abitazioni differenti: la sentenza della Cassazione (Notizie.com)

In particolare, i giudici della Corte Costituzionale avevano preso in esame la doppia esenzione per le coppie sposate o unite civilmente con residenza in abitazioni differenti dichiarando illegittima la norma che imponeva il doppio pagamento dell’imposta in questi casi. Con la sentenza in questione, dunque, è stato riconosciuto il diritto di richiedere la doppia esenzione per le abitazioni dei coniugi sposati o uniti civilmente, ma a patto che venga rispettato il requisito di residenza anagrafica e di dimora abituale nell’immobile.

È stato, di fatto, modificato il concetto di abitazione principale che in precedenza veniva indicato come il luogo in cui risiedeva e aveva dimora abituale il proprietario ed il suo nucleo familiare. Non è più richiesto che il nucleo familiare viva nello stesso immobile garantendo ad entrambi i coniugi gli stessi benefici fiscali.

La decisione della Corte Costituzionale di qualche anno fa è stata confermata anche dai giudici della Suprema Corte. In questo modo si permetterà alle coppie che vivono in abitazioni differenti, per esigenze personali o di lavoro, di richiedere l’esenzione per ognuna delle due abitazioni evitando anche eventuali contenziosi con i Comuni che in precedenza potevano contestare la richiesta di esonero dal pagamento ritenendo come “seconda casa” l’immobile in cui non viveva il nucleo familiare.

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