Burocrazia, sovraffollamento e suicidi: cosa va riformato nelle carceri italiane

Carceri italiane tra sovraffollamento, burocrazia e suicidi: il sistema ha bisogno di una riforma. Tutte le proposte in campo. 

Un detenuto nella sua cella in carcere
Burocrazia, sovraffollamento e suicidi: cosa va riformato nelle carceri italiane – notizie.com

Dall’inizio del 2025 sono già dodici i suicidi avvenuti nelle carceri italiane. Il dato è aggiornato a febbraio e rappresenta un numero allarmante che si aggiunge al picco di 90 morti già raggiunto nel 2024.

Il tema è solo la più tragica punta dell’iceberg della crisi che colpisce le carceri italiane ed è sicuramente collegato a tutti gli altri problemi dell’intero sistema penitenziario. Il , la burocrazia, le strutture inadeguate. E non ultimo, la difficoltà nel controllare la criminalità dietro alle sbarre, che ha a che fare anche con il numero inadeguato degli uomini e delle donne della polizia penitenziaria.

È di oggi, mercoledì 12 febbraio, ad esempio, il ritrovamento di sette cellulari nel carcere di alta sicurezza di Secondigliano, a Napoli. Nell’ambito di controlli disposti dalla direzione, la polizia penitenziaria ha scovato cinque smartphone e due microtelefoni con caricabatterie e cuffie, nel reparto Tirreno, che ospita elementi di spicco della criminalità organizzata. Questo blitz nelle celle è seguente a quello dei giorni scorsi, quando già altri dispositivi erano stati sequestrati.

Chi sono i detenuti che si suicidano in carcere

Ma torniamo al tema dei suicidi: a togliersi la vita, spesso sono persone ancora in attesa che cominci il processo. E una percentuale significativa riguarda i detenuti accusati di violenza domestica.

Proprio l’appello a una detenzione “umana” è quello portato avanti dal Garante nazionale dei detenuti, attraverso le voci di due personalità di spicco: Samuele Ciambriello, della conferenza dei garanti territoriali e Riccardo Rurrini Vita, rappresentante nazionale.

Una donna poggia le mani tra le sbarre della sua cella in carcere
Chi sono i detenuti che si suicidano in carcere – notizie.com

Entrambi hanno incontrato il ministro della Giustizia Carlo Nordio per portare all’attenzione il loro documento-appello. Contiene un decalogo di buone prassi, attività trattamentali, diritto all’affettività, misure alternative, depenalizzazione dei reati minori. E soprattutto, l’umanizzazione della pena.

Al centro del discorso c’è il tema della rieducazione: le carceri non servono a punire, ma a sovrafollamento, affinché una volta liberi possano ricominciare. Anche con un nuovo lavoro, che li tenga lontani dalla criminalità.

Pronta la circolare del Dap: arrivano le stanze dell’amore in tutte le carceri italiane

La disorganizzazione, i ritardi, le lunghe attese per le misure alternative, la generale inefficienza, possono causare anche disagi mentali, fino a spingere le persone a suicidarsi.

Sempre di questi giorni è il tema dell’affettività, le cosiddette stanze dell’amore in carcere. Il Dap sta preparando una circolare che applichi le sentenze della Corte Costituzionale e della Cassazione. Il documento verrà diffuso in tutte le carceri italiane, dopodiché le stanze dell’amore saranno disponibili per tutti i detenuti.

Indulto e amnistia, il no di Nordio

Il Guardasigilli non ha intenzione di cedere il passo su indulto e amnistia per i detenuti. Ma per risolvere il tema del sovraffollamento ha in progetto di garantire nuovi posti negli istituti italiani. E non solo: tra i progetti, quello di aumentare il numero delle comunità di recupero dove trasferire i tossicodipendenti che commettono reati.

Una guardia carceraria chiude a chiave la cella di un detenuto.
Indulto e amnistia, il no di Nordio – notizie.com

Il governo intanto ha nominato un commissario straordinario per l’edilizia carceraria, che lavorerà al rinnovamento degli istituti e a predisporre nuovi padiglioni. 7-8.000 post in più nelle carceri. La notizia è del sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari, a margine del convegno Criminalità diffusa e tutele per gli operatori di polizie, che si è tenuto a Firenze, organizzato da Fsp Polizia di Stato.

Dobbiamo continuare su questa strada, investire invertendo un trend negativo, anche legato alle assunzioni”, dei rappresentanti della polizia penitenziaria, “che erano bloccate da oltre dieci anni”. 

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