Non solo Garlasco, quali sono i cold case italiani che potrebbero essere riaperti grazie alle nuove tecnologie

“Se sopravvengono nuove prove che da sole o unite a quelle già valutate, dimostrano che il condannato deve essere prosciolto” e “se viene dimostrato che la condanna è stata pronunciata a seguito di falsità in atti o in giudizio o di un altro fatto che la legge prevede come reato”.

Sono due dei casi, disciplinati dall’articolo 630 del Codice penale, in cui può essere richiesta la revisione di una sentenza penale di condanna. Anche di quelle passate in giudicato ed in qualsiasi momento.

Yara, Sara, Simonetta e Chiara
Non solo Garlasco, quali sono i cold case italiani che potrebbero essere riaperti grazie alle nuove tecnologie (FACEBOOK FOTO) – Notizie.com

Una possibilità importante quella prevista dall’ordinamento giuridico italiano, e non solo per i circa mille errori giudiziari commessi ogni anno dai Tribunali. La revisione dei processi, ma anche solo la riapertura di inchieste su cosiddetti cold case, “rischia” di diventare la norma, alla luce degli enormi passi in avanti compiuti negli ultimi anni dalla scienza forense e dalle indagini genetiche sul dna.

Un’eventualità chiara a tutti: giudici, procuratori, avvocati, indagati e condannati. Il cold case che “minaccia” di aprire il vaso di Pandora è quello riguardante il delitto di Garlasco. Nei giorni scorsi è finito nuovamente indagato (lo era già stato qualche anno fa) Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, Chiara Poggi. L’accusa della Procura di Pavia è precisa: concorso in omicidio.

Sempio è stato sottoposto al tampone salivare

Per l’uccisione di Chiara è stato condannato l’allora fidanzato Alberto Stasi, che si è sempre proclamato innocente. Proprio dai legali di Stasi sarebbe giunto l’impulso, basato su nuove consulenze, per la ripartenza delle indagini. Sempio è stato sottoposto al tampone salivare e, con ogni probabilità, l’obiettivo è comparare il suo dna con quello ritrovato in casa Poggi e sotto le unghie della vittima.

Inchiesta complicata anche dalla burocrazia, certo. Ma bisogna anche soffermarsi sul fatto che nel 2004 la Corte di Cassazione ha deciso che “gli esiti dell’indagine genetica condotta sul dna, atteso l’elevatissimo numero delle ricorrenze statistiche confermative, tale da rendere infinitesimale la possibilità di un errore, presentano natura di prova, e non di mero elemento indiziario”. Il delitto di Garlasco potrebbe quindi essere un banco di prova per le indagini future. E passate.

Sempio indagato delitto Garlasco
Sempio è stato sottoposto al tampone salivare (ANSA FOTO) – Notizie.com

Prendiamo in rassegna solo alcuni dei più grandi casi giudiziari italiani. Nei mesi scorsi i legali di Massimo Bossetti, condannato ma anch’egli dichiaratosi sempre innocente per l’omicidio di Yara Gambirasio, scomparsa e ritrovata assassinata tra il 2010 ed il 2011, hanno ottenuto la possibilità di analizzare le prove del caso. La Corte d’assise, nonostante il parere contrario della Procura, ha disposto che venga rintracciato tutto quanto è riconducibile al procedimento riguardante il delitto della 13enne di Brembate. Nel mirino dei legali ci sono oggetti e campioni biologici mai analizzati, tra cui parte di un osso della vittima e l’apparecchio dentale sul quale, stando agli atti, erano state trovate delle formazioni pilifere mai sottoposte ad accertamenti.

Sempre a fine 2024 si è parlato poi dell’eventualità di riesumare il corpo della 15enne Sarah Scazzi di Avetrana. Per l’omicidio della ragazza, avvenuto nell’agosto del 2010, sono state condannate la cugina Sabrina Misseri e la madre Cosima Serrano. Lo zio, Michele Misseri, è già tornato in libertà dopo aver scontato la sua pena per il reato di occultamento di cadavere. Misseri, però, si è attribuito tutta la colpa ma non è stato ritenuto credibile.

Il dna di Misseri

In alcune foto scattate in carcere e mandate in onda in un servizio televisivo, si vedono alcuni segni sulle braccia di Misseri che potrebbero essere unghiate. C’è da stabilire, insomma, se sotto le unghie di Sarah ci sia il dna dello zio, colpito nel tentativo di difendersi. Si tratterebbe di analisi mai effettuate prima.

La sera del 1 novembre 2007, poi, è stata uccisa a Perugia la studentessa inglese Meredith Kercher. Per il delitto di via della Pergola il solo condannato in via definitiva con rito abbreviato per concorso in omicidio è stato il cittadino ivoriano Rudy Guede. Inizialmente erano stati condannati anche la statunitense Amanda Knox e l’italiano Raffaele Sollecito, poi assolti in appello. I test del dna che servirono alla prima sentenza furono ritenuti falsati da errori e contaminazioni esterne.

Via Poma e il mostro di Firenze

Le nuove scoperte in termini di indagini genetiche potrebbero imprimere una nuova accelerata all’inchiesta sul delitto di via Poma e quindi sull’omicidio di Simonetta Cesaroni, avvenuto il 7 agosto 1990. Il 20 dicembre scorso il gip del Tribunale di Roma Giulia Arcieri ha respinto la richiesta di archiviazione. La Procura dovrà continuare ad indagare. Come per Chiara Poggi, anche nel caso di Simonetta l’arma del delitto non è mai stata ritrovata. È stata uccisa con 29 fendenti.

Indagini mostro di Firenze
Via Poma e il mostro di Firenze (ANSA FOTO) – Notizie.com

Infine, il caso del mostro di Firenze, che ha insanguinato le colline attorno al capoluogo toscano dal 1968 al 1985. Nell’agosto del 2024 Tiziana Bonini, cugina di una delle vittime del mostro, ha chiesto di riesumare il corpo di Stefania Pettini, uccisa nel 1974. Lorenzo Iovino, ematologo che lavora negli Usa, avrebbe scoperto su un proiettile un dna sconosciuto che potrebbe essere la firma del mostro. L’ipotesi è che Pettini potrebbe aver lottato contro il serial killer ed il materiale genetico dell’assassino potrebbe esserle rimasto sotto le unghie. Le due sequenze potrebbero quindi essere comparate.

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