Manca poco: presto la maggior parte dei percettori dell’assegno di inclusione andrà incontro alla temuta sospensione del beneficio.
Un mese senza l’assegno di inclusione. La misura di contrasto alla povertà, alla fragilità e all’esclusione sociale delle fasce deboli introdotta dal decreto legge del maggio 2023 ed entrata in vigore dal primo gennaio del 2024 non è un sostegno economico eterno. I percettori dell’AdI dovrebbero sapere bene di avere a che fare con un sussidio temporaneo e condizionato.
Temporaneo, perché l’assegno di inclusione è percepibile dal richiedente avente diritto per un numero limitato di mesi. Per fortuna, però, la misura è rinnovabile, purché si continuino a rispettare i requisiti richiesti. Il sostegno economico è poi condizionato alla prova dei mezzi e all’adesione a un percorso personalizzato di attivazione e di inclusione. Se abile al lavoro, l’interessato, in pratica, firma un patto con lo Stato, dando la propria disponibilità a trovare un impiego o a formarsi.
Per il resto, l’assegno di inclusione è destinato ai nuclei familiari che hanno al loro interno almeno un componente minorenne, con più di sessant’anni, in condizione di disabilità o di svantaggio e inserito in un programma di cura e assistenza dei servizi sociosanitari territoriali. E tutti i percettori dovrebbero sapere che a partire da luglio 2025 potrebbero perdere la prestazione. Appare dunque fondamentale muoversi con anticipo, in modo da non farsi trovare impreparati.
Sospensione dell’assegno di inclusione: lo stop parte a luglio
L’erogazione della ricarica dell’AdI avviene in due tranche. Ogni metà del mese l’assegno raggiunge gli aventi diritto che sono in attesa della prima rata o di mensilità arretrate. Invece, a fine mese riscuotono i percettori che ricevono regolarmente l’assegno.
Com’è noto, l’assegno di Inclusione può essere fruito per 18 mesi e poi rinnovato, ma per 12 mesi. Non c’è un limite formale al numero di rinnovi. Tuttavia, con ogni rinnovo dell’assegno di inclusione avviene la sospensione di un mese. E dato che le prime adesioni sono partite nel gennaio del 2024, chi lo prende da allora senza interruzioni riceverà l’ultima mensilità a giugno 2025.
A luglio, poi, potrà presentare una domanda di rinnovo, senza però ricevere alcuna ricarica. L’INPS analizzerà la richiesta e, in caso di mantenimento dei requisiti, l’AdI tornerà a essere corrisposto solo a partire da agosto. Dal prossimo luglio si avrà dunque a che fare con la sospensione dell’AdI. Non per tutti, ovviamente. Chi ha cominciato a percepire l’aiuto più tardi, per esempio a febbraio o a marzo 2024, affronterà la sospensione più in là.
Tale gestione delle sospensioni e dei rinnovi è fondamentale per l’INPS per mantenere il controllo sull’erogazione del sostegno economico e garantire che la prestazione raggiunga solo coloro che rispettano ancora i requisiti imposti dalla legge.