Nessuno sembra aver prestato la giusta attenzione all’ultima novità sull’Imu: ora, in molti casi, si paga di nuovo anche per la prima casa.
L’imposta municipale unica fu introdotta dal Governo Monti nel 2012, come della cosiddetta manovra Salva Italia. Per portare fondi alle casse delle Stato e superare il pericolo di una spaventosa crisi economica, l’esecutivo tecnico pensò infatti di sostituire l’ICI, la vecchia imposta comunale sugli immobili, con l’IMU. Un’imposta che in pratica ampliava la base imponibile includendo anche le abitazioni principali, con alcune poche eccezioni.
Un anno dopo, la criticatissima IMU è tuttavia stata abolita per la prima casa, nel caso di abitazioni principali non di lusso. E a oggi l’IMU continua a essere principalmente applicata agli immobili diversi dall’abitazione principale, con alcune esenzioni e riduzioni.
Secondo la normativa vigente sono esenti dal pagamento dell’imposta gli immobili adibiti ad abitazione principale non di lusso e le relative pertinenze. Quindi box auto e cantine. In più, sono previsti sconti per gli immobili storici, inagibili o concessi in comodato gratuito a parenti di primo grado.
Per alcune prime case, però, nel 2025, si torna a pagare l’IMU. Dipende dalla natura dell’imposta, che varia per aliquote e applicazione di Comune in Comune. Dunque, la situazione su base nazionale non è uniforme. In alcuni Comuni, come per esempio a Genova, si stanno rivalutando le abitazioni principali per determinare se esse possano rientrare nella categoria delle case di lusso.
Il Comune di Genova considererà dunque nuovi criteri specifici, come la metratura, la presenza di particolari caratteristiche architettoniche o di comfort. E, ovviamente, la classificazione catastale. E nel caso in cui una casa finora considerata “normale” venisse riclassificata come “di lusso”, perderebbe subito l’esenzione dall’IMU e tornerebbe quindi a essere soggetta alla tassazione.
Ecco perché molti proprietari di case potrebbero presto dover affrontare il carico fiscale per un’abitazione principale di residenza che fino a qualche mese fa non avevano mai considerato come di lusso. Sarà l’Agenzia delle Entrate a modificare d’ufficio lo status delle case fino a ieri accatastate come ordinarie.
La maggior parte degli immobili interessati dal cambio di status rimanda a quegli appartamenti che sono stati rivalutati da interventi edilizi e revisioni delle rendite catastali. La prima casa che passerà alla categoria A1 (quella che contrassegna gli immobili di lusso, insieme alle categorie A8 e A9) potrebbe pagare in media 2.500 euro l’anno di IMU. E nelle grandi città l’esborso potrebbe arrivare fino a 6.000 euro.
Oltre a Genova, anche altri Comuni stanno già considerando o addirittura già attuando simili rivalutazioni. Lo faranno basandosi su criteri come la classificazione catastale, la metratura e le caratteristiche dell’immobile. Con la rivalutazione, oltre all’IMU dovrebbero aumentare anche altre imposte. E in ballo decine di migliaia di euro. Ecco perché i proprietari degli immobili di Genoa stanno considerando di istituire una class action.