Bianca Balti ha annunciato di doversi fermare tre mesi per iniziare la nuova cura con gli inibitori Parp per il suo tumore. Sui social la modella parla del suo mese dopo la fine della chemioterapia.
La splendida top model classe 1984 di Lodi è diventata negli ultimi mesi un vero e proprio simbolo della lotta al cancro, da quando nel settembre scorso aveva rivelato di avere un cancro ovarico al terzo stadio. Già nel 2022 aveva scoperto di essere portatrice del gene BRCA1 che l’aveva portata a una doppia mastectomia preventiva.
Il suo coraggio, a iniziare dalla volontà di presentarsi completamente calva e sempre luminosa anche al Festival di Sanremo 2025, ha dato forza a molte persone. In queste ore si sta parlando della cura con gli inibitori Parp a cui sarà sottoposta. Si tratta di fatto è un trattamento convenzionale di mantenimento dopo la chemioterapia nei tumori sia dell’ovaio che della mammella. Un procedimento che da diversi anni da risultati buoni e che serve per mantenere la cura del corpo dopo la fine delle aggressive cure della chemio.
La terapia degli inibitori Parp a cui si è sottoposta Bianca Balti è stata approfondita da Lucia Del Mastro, professoressa di Oncologia all’Università di Genova e Ricercatrice Aric, con cui Notizie.com aveva già parlato per il caso della virologa curatasi con l’auto-prescrizione di una terapia sperimentale.
La professoressa ci spiega sugli inibitori Parp: “Sono dei farmaci che funzionano nei tumori con un difetto genetico a carico dei geni BRCA1 e BRCA2 e che possono essere ereditari. Questi predispongono le persone a sviluppare, con una frequenza più elevata, i tumori della mammella o dell’ovaio. In questi tumori c’è, per effetto di un gene che non funziona più bene, una difficoltà da parte delle cellule normali di riparare i danni che si formano a livello del DNA. Questo dunque favorisce la crescita del tumore”.
Ma come funzionano? “Lo stesso difetto, quando somministriamo gli inibitori PARP, diventa un meccanismo per cui la cellula tumorale può andare incontro a morte. L’inibitore agisce con il medesimo meccanismo bloccando i danni al DNA per cui la cellula tumorale non è più in grado di duplicarsi”, ci spiega Lucia Del Mastro.
Diventa interessante scoprire sia come si assume la terapia che il suo costo: “Si tratta di farmaci che si somministrano per via orale e che non sono a pagamento, la prestazione viene completamente rimborsata dal Sistema Sanitario Nazionale. Si utilizzano in primis nei tumori dell’ovaio dopo la chemioterapia per svolgere un trattamento di mantenimento, l’obiettivo è quello di tenere sotto controllo il corpo con questa cura e credo sia quello che sta facendo Bianca Balti. Inoltre si possono anche utilizzare nei tumori della mammella. Si può seguire la cura sia nelle donne operate che sono ad alto rischio di sviluppare metastasi che in quelle che le hanno già sviluppate per mantenere la malattia sotto controllo”.
Ma non è di certo una scoperta per il mondo della medicina. “Sono farmaci che stiamo utilizzando ormai da un bel po’ di tempo, non sono quindi una novità”, conclude.