Il ddl intercettazioni è legge. Dopo l’ok del Senato è arrivato quello della Camera: cos’è il tetto di 45 giorni e cosa cambia nelle indagini a partire da oggi.
È stata una lunga giornata quella di ieri, mercoledì 19 marzo, alla Camera dei deputati. Un momento di caos da parte delle opposizioni dopo le parole della premier Giorgia Meloni sul Manifesto di Ventotene, ha reso necessario uno stop momentaneo dei lavori.
Dopo una serie di polemiche e accuse, a notte fonda i deputati della Repubblica hanno approvato il ddl sulle intercettazioni, che il 9 ottobre del 2024 aveva già ottenuto l’ok del Senato. Su 215 deputati presenti, in 147 hanno votato sì, 67 no e 1 astenuto. Il provvedimento è legge e porta il nome del senatore di Forza Italia Pierantonio Zanettin, primo firmatario della proposta.
La pdl si compone di un solo articolo ed introduce il limite massimo di 45 giorni per le intercettazioni, salvo deroghe nei casi in cui sia assolutamente indispensabile. Ad esempio, quando emergono elementi concreti e specifici, che vanno espressamente motivati.
L’autorizzazione ad usare le intercettazioni per un massimo di 45 giorni non si applica quanto essa serve a svolgere le indagini in relazione ai reati di criminalità organizzata, terrorismo e, con un altro provvedimento la regola verrà allargata anche ai reati previsti nel Codice rosso contro la violenza sulle donne. Oppure quando è avvenuta una minaccia via telefono.
Il pubblico ministero che autorizza le intercettazioni, dovrà indicare la modalità e la durata delle operazioni per un massimo di 15 giorni. Ma il giudice può dare il via libera alla proroga, con un decreto ad hoc, fino a un massimo di 45 (salvo i casi sopra descritti).
“Con questa approvazione si chiude il cerchio iniziato con l’abolizione del reato di ufficio”. Così, il procuratore di Napoli Nicola Gratteri, a commento del via libera al ddl intercettazioni. “I cittadini non avranno tutela contro abusi e sopraffazioni”.
L’ex procuratore nazionale antimafia Cafiero De Raho, oggi deputato del Movimento 5 Stelle, contesta la nuova legge facendo l’esempio di un caso concreto. Il limite dei 45 giorni è molto stretto per “l’omicidio, quando non si trovano le prove nelle prime 48 ore: a quel punto serve una pluralità di intercettazioni per rintracciare i responsabili e comprendere il contesto nel quale è maturato”. Ed accusa il governo Meloni: “Sta decidendo di dare l’immunità ai delinquenti”.
L’approvazione del ddl ha scatenato le proteste anche dei magistrati. “Si tratta di un errore gravissimo”, commenta Federico Gianassi, capogruppo Pd in commissione Giustizia. “Si fa calare una mannaia senza precedenti sulle intercettazioni, anche in caso di reati gravissimi come l’omicidio”.
Diverso invece, è il parere del viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto, che spiega che la legge “non limita in alcun modo le necessità delle indagini”. Questo perché “le intercettazioni potranno essere regolarmente disposte, ma dovranno avere una motivazione rafforzata”.
Altri esponenti degli azzurri definiscono il provvedimento di “civiltà giuridica”, come il deputato Enrico Costa, che al testo della legge ha presentato un odg che punta ad accertare la genuinità delle voci per capire se siano prodotte dall’Intelligenza artificiale.