PayPal offre un ottimo livello di protezione dei dati personali e finanziari, ma non è affatto immune ai controlli dell’Agenzia delle Entrate.
Continuano a circolare false convinzioni e voci ambigue riguardo ai meccanismi attraverso cui l’autorità fiscale è in grado di tracciare le transazioni online. Tutte le piattaforme online, siano essere di vendita di prodotti e servizi o di gestione di transazioni economiche, sono obbligate a segnalare i movimenti di denaro dei loro utenti.
Quello offerto da PayPal è un conto digitale che garantisce maggiore sicurezza e privacy rispetto ai metodi di pagamento tradizionali. Chi utilizza carte e conti della società statunitense di pagamento digitale e di trasferimento di denaro online sa che i suoi dati bancari sono costantemente protetti durante le transazioni. In pratica, non vengano mai condivisi direttamente con i venditori.
Tuttavia, tale livello di privacy non implica che il conto sia completamente anonimo o esente da obblighi fiscali. Secondo la normativa italiana, infatti, se un contribuente possiede un conto estero o digitale come PayPal deve comunque dichiararlo all’Agenzia delle Entrate. Cioè nella dichiarazione dei redditi. Tale obbligo scatta allorquando il conto supera certi limiti. Per esempio, quando il saldo medio annuale superiore a 5.000 euro.
PayPal non è un normale conto corrente e non può nemmeno essere qualificato come un conto estero. Proprio in base a tale particolare statuto, per anni si è creduto che le transizioni di denaro tramite un simile servizio non dovessero rientrare nei meccanismi di monitoraggio fiscale. Cosa c’è di vero?
Il fisco italiano non può controllare il conto PayPal attraverso il supporto del Registro dei Rapporti Finanziari, dato che si tratta di conto non nazionale. Ciononostante l’Agenzia delle Entrate può senza problemi conoscere i dati e i movimenti di un siffatto conto, dato che è in vigore il sistema di interscambio di dati tra le agenzie fiscali dei diversi Stati del mondo.
PayPal è comunque un metodo sempre tracciabile e dunque pienamente soggetto alla normativa fiscale in vigore. Ogni pagamento inviato o ricevuto tramite carta di debito o credito PayPal lascia infatti una traccia digitale nel conto dell’utente. E, infatti, è in ogni momento possibile vedere lo storico delle transazioni accedendo alla sezione “Attività” del proprio account. Essendo poi collegato a un indirizzo email, a un numero di telefono o a un conto bancario, il conto PayPal non è mai completamente autonomo.
PayPal è obbligato a fornire su richiesta i dati delle transazioni agli enti di controllo come l’Agenzia delle Entrate. Succede spesso con le attività commerciali, dove la soglia di movimentazione è controllata. Invece, se il conto è usato per pagare beni o servizi, il servizio fornisce ricevute digitali sia all’acquirente che al venditore. In tal senso rende ogni operazione perfettamente e completamente documentabile. Anche PayPal sfrutta poi sistemi di sicurezza per rilevare transazioni sospette. In base a tali filtri automatizzati può segnalare operazioni anomale alle autorità competenti.