L’avvento della tecnologia 5g ha migliorato le prestazioni delle reti di telecomunicazione sotto diversi aspetti. Si tratta di una rivoluzione tecnologica in molteplici settori.
Un’evoluzione che prevede un più esteso spettro elettromagnetico rispetto al passato. Ciò ha richiesto un aggiornamento della strumentazione, della misurazione e della valutazione dell’esposizione umana ai nuovi sistemi.
Proprio per questo l’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, ha elaborato nuove Linee guida. Esse sono rivolte al personale che effettua i controlli sulle emissioni elettromagnetiche degli impianti in tecnologia 5g. Per approfondire l’argomento, e anche per sgombrare il campo da eventuali rischi per l’uomo, abbiamo sentito il parere di Giuseppe Marsico, responsabile della Sezione radiazioni non ionizzanti dell’Ispra.
“Le Linee guida Snpa (Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente) – ha spiegato Marsico – sono il primo documento tecnico a livello nazionale che riporta in modo completo lo stato dell’arte sulle modalità di misura e valutazione dei segnali 5g. Nella trattazione sono illustrati i dettagli relativi alla forzatura del traffico dati degli impianti. E alla descrizione delle tecniche di misura del campo elettromagnetico, sia in banda larga che in banda stretta. Con esempi operativi riguardanti l’utilizzo delle varie tipologie di strumentazione attualmente in commercio”.
Il documento illustra quindi varie tecniche di misura, partendo dalle modalità di utilizzo della strumentazione in banda larga e proseguendo con le misure di tipo selettivo. Riferendosi per queste ultime sia all’impiego dei tradizionali analizzatori di tipo scalare sia dei più recenti e complessi analizzatori vettoriali. Ci siamo perciò chiesti se sono stati identificati particolari scenari o condizioni in cui le emissioni delle antenne potrebbero superare i limiti di esposizione previsti dalla normativa vigente.
“Il superamento dei limiti di legge – ha continuato Giuseppe Marsico – può avvenire solo a causa di una non adeguata progettazione dell’emissione da parte dell’impianto. Quindi la tecnologia 5g non presenta, sotto il profilo dei livelli di esposizione al campo elettromagnetico, un maggior rischio rispetto alle tecnologie precedenti”.
“Ispra – ha concluso il responsabile – sta portando avanti da diversi anni delle attività finalizzate a trasferire ai tecnici delle Arpa/Appa le metodologie di misura sugli impianti 5g. In particolare, sono stati organizzati eventi e seminari con sessioni di misura a scopo didattico. Il prossimo evento, attualmente in preparazione, si terrà a giugno prossimo a Roma. Sarà costituito da sessioni teoriche di approfondimento e sessioni pratiche di interconfronto strumentale”.