Con ogni probabilità, e salvo ripensamenti dell’ultima ora, la premier italiana Giorgia Meloni sarà giovedì a Parigi, in Francia, per il cosiddetto vertice dei volenterosi convocato dal presidente Emmanuel Macron.
Sul tavolo la questione del conflitto in Ucraina e le ipotesi in merito alle soluzioni dei Paesi europei sul garantire la sicurezza di Kiev se minacciata dalla Russia. A preoccupare Meloni, però, oltre alla strategia da portare avanti sull’Ucraina, una telefonata. Quella intercorsa tra il suo vicepremier Matteo Salvini ed il vicepresidente statunitense Jd Vance.
Da Palazzo Chigi non sono giunti ancora commenti in merito. L’unica reazione tra i membri del governo è stata quella dell’altro vicepremier Antonio Tajani, Ministro degli Esteri: “La politica estera la fa il presidente del consiglio e il Ministro degli Esteri. – ha detto il leader di Forza Italia – Il resto sono iniziative legittime personali. Sono queste le posizioni ufficiali del governo”. Lo stesso Salvini, leader della Lega, ha provato a minimizzare: “Il governo è stabile adesso più che mai. Non riusciranno a farmi litigare con Giorgia che sta facendo un lavoro eccezionale a livello italiano”.
La verità probabilmente sta nel mezzo. Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti starebbe provando ad accreditarsi presso la Casa Bianca. Mentre Meloni starebbe provando a farsi ricevere dal presidente Usa Donald Trump già da diverse settimane. Ma cosa si sono detti Salvini e Vance? In un colloquio di 15 minuti c’è stato tempo per parlare del totale accordo per arrivare a una pace duratura in Ucraina. E. dell’eccellenza americana nel campo della connessione satellitare (ovvero Starlink di Elon Musk).
Salvini ha anche anticipato la volontà di una missione negli Usa con imprese e investitori. Ed ha invitato il numero due americano alle Olimpiadi Milano – Cortina 2026. La notizia della telefonata è stata salutata con soddisfazione da Andrea Stroppa, braccio destro di Musk in Italia. Quest’ultimo potrebbe addirittura aver organizzato la telefonata. Un’iniziativa, insomma, non concordata con Meloni. Che, come già accennato, è impegnata a delineare la linea italiana in merito al complicatissimo quadro ucraino.
Dopo le riunioni tecniche a cui Roma ha partecipato come “osservatore” con i vertici dell’Esercito, e la videocall di una settimana fa a cui Meloni ha deciso solo a ridosso di prendere parte, questa volta la premier avrebbe già deciso di volare in Francia. A Parigi è atteso anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Se verrà posta sul tavolo l’idea di truppe di peacekeeping sotto l’egida Onu, l’Italia difficilmente si tirerà indietro. Anche perché era quello che chiedeva quando Parigi e Londra proponevano di usare contingenti europei. Anche su questo scenario andranno misurate le distanze fra Meloni e Tajani con Salvini. Il capo della Lega nelle scorse settimane suggeriva “molta cautela” prima di inviare altri militari italiani nelle missioni dei caschi blu delle Nazioni Unite.