I residenti all’estero possono usufruire delle agevolazioni sulla prima casa senza cambiare residenza. Come funziona e tutti i requisiti.
La regola che stabilisce che anche gli iscritti all’Aire possono usufruire di questo importante incentivo, può essere senz’altro definita una norma di civiltà. Gli italiani che lavorano all’estero infatti, tendono a sempre a mantenere un legame con la propria terra d’origine. Un modo per sentirsi sempre italiani è proprio possedere un’abitazione per poter tornare sempre a casa all’occorrenza.
Anche lo Stato italiano riconosce l’importanza di questo senso di appartenenza, e per questo ha stabilito che, nel caso della prima casa, l’agevolazione trova giustificazione nel “particolare valore sociale riconosciuto al lavoro prestato all’estero ed all’emigrazione”. Dare la possibilità agli italiani di acquistare la prima abitazione con le agevolazioni poi, è anche un modo per promuovere gli investimenti in Italia.
Agevolazioni prima casa: non si deve più cambiare residenza. I requisiti per richiederle
Il decreto legislativo 69 del 2023 rappresenta un passo in avanti molto importante in questo senso. Prima di questa legge infatti, gli italiani all’estero potevano acquistare la prima casa con le agevolazioni solo richiedendo il trasferimento della residenza in Italia.
Dal 2023, questo requisito non è più fondamentale. Un italiano che vuole ottenere l’agevolazione deve aver risieduto o lavorato in Italia per almeno cinque anni, anche in modo non continuativo.
Le agevolazioni si applicano alle case acquistate nel Comune di nascita o in quello della residenza precedente all’emigrazione. Oppure in quello in cui lavorava, anche senza aver percepito un compenso. Ma in cosa consistono questi incentivi?
In cosa consistono le agevolazioni sulla prima casa
Per prima cosa, va ribadito che possono essere utilizzati solo nell‘acquisto della prima casa. Uno dei vantaggi consiste nell’imposta di registro agevolata al 2% (e non al 9%). Il secondo vantaggio: l’Iva è applicata con un’aliquota ridotta al 4% se si acquista l’immobile da un’impresa costruttrice.
Il terzo riguarda il fatto che la casa comprata non deve essere poi quella principale dell’acquirente: quindi il cittadino residente all’estero può ottenere l’agevolazione anche se non si trasferirà in Italia. E magari sceglierà di venirci solo in vacanza oppure di lasciarla ai figli.
L’Agenzia delle Entrate, nel rispondere alla domanda di un italiano residente all’estero, ha chiarito che la condizione di emigrato può essere anche solo autocertificata. Quindi non è necessario che sia documentata con un certificato di iscrizione all’AIRE.