Due incendi in dieci giorni al Beccaria di Milano: stavolta per la protesta contro il trasferimento a Catania

Una protesta, poi un incendio: il pomeriggio di panico al Beccaria di Milano è lo specchio dei problemi di tutte le carceri italiane. 

L'esterno del carcere minorile Cesare Beccaria di Milano
Due incendi in dieci giorni al Beccaria di Milano: stavolta per la protesta contro il trasferimento a Catania (Ansa Foto) – notizie.com

La notizia del trasferimento in un altro carcere minorile a Catania, poi il lancio di pezzi di vetro e piastrelle contro gli agenti della penitenziaria. Infine gli altri detenuti si sono associati alla protesta, danneggiando arredi e dando fuoco ai materassi.

È il racconto di un pomeriggio di caos nell’Ipm Cesare Beccaria di Milano, dove è stato necessario l’intervento di sette squadre dei vigili del fuoco per domare un incendio scoppiato al secondo piano dell’istituto penitenziario.

Nessun ferito grave, ma tanta paura, in seguito al secondo episodio simile nel giro di undici giorni. I pompieri hanno contato cinque persone intossicate, tra cui due ragazzi, due agenti e un medico. I due giovani sono sotto osservazione dei sanitari del 118 per aver respirato i fumi prodotti dalla combustione.

I vigili del fuoco sono tornati in caserma dopo aver spento il fuoco, ma un mezzo è rimasto vicino all’istituto penitenziario per monitorare la situazione. A spiegare come sarebbe andata è stato il garante dei detenuti Francesco Maisto, riportando la versione del comandante della penitenziaria in servizio al Beccaria di Milano.

La protesta contro il trasferimento da Milano a un altro carcere a Catania

Due ragazzi avrebbero dato il via alla protesta dopo aver saputo che sarebbero stati trasferiti in un altro Ipm a Catania, lanciando pezzi di vetro e piastrelle contro gli agenti. A quel punto, gli altri detenuti dello stesso reparto, si sarebbero associati alla presa di posizione, dando fuoco ai materassi e danneggiando gli arredi. Sul posto, oltre ai pompieri, sono giunti i carabinieri e la polizia di stato.

È un triste fenomeno, destinato a ripetersi, se non si adegua la struttura al numero eccessivo dei detenuti“, ha commentato Maisto all’Agi. “I trasferimenti anche in istituti molto lontani da Milano o in carceri per adulti sono in contrasto con l’ottica della giustizia penale minorile”. 

Auto dei vigili del fuoco parcheggiata fuori dal carcere Beccaria di Milano
La protesta contro il trasferimento da Milano a un altro carcere a Catania (Ansa Foto) – notizie.com

Con quello di oggi salgono a due gli incendi dolosi delle ultime settimane al Cesare Beccaria. Il primo risale al 13 marzo, appena dieci giorni fa, quando quattro detenuti e un agente di polizia penitenziaria sono rimasti feriti. Ad appiccarlo, ancora una volta, i detenuti.

l’Ipm Beccaria di Milano è stato posto sotto regime di osservazione speciale per complessità gestionale di alto livello, derivante dalla “specificità criminologica milanese”. Attualmente l’istituto è sprovvisto di un direttore di ruolo e a svolgere la mansione è la vicedirettrice.

Le proteste dei detenuti sono scoppiate dopo l’inchiesta della Procura meneghina sui presunti maltrattamenti, lesioni e torture nei loro confronti, nella quale sono stati arrestati tredici agenti e altri otto sono stati sospesi.

Non è possibile che gli agenti debbano lavorare in queste condizioni”, ha dichiarato Romano La Russa, assessore regionale alla Sicurezza, commentando l’accaduto di oggi, lunedì 24 marzo. “E non è neanche tollerabile che i detenuti riescano ad appiccare incendi con una simile facilità”. 

Il sovraffollamento al Beccaria non è drammatico, ma esiste

E ancora: “C’è da chiedersi a cosa serva a questi ragazzi una pena che dovrebbe essere rieducativa, se all’interno della struttura continuano a comportarsi da delinquenti. Probabilmente va rivisto l’intero sistema educativo all’interno del carcere”. 

Anche il Sappe ha denunciato la necessità di “interventi immediati da parte degli organi ministeriali e regionali dell’Amministrazione della Giustizia minorile, che assicurino l’ordine e la sicurezza in carcere a Milano, tutelando gli agenti della penitenziaria”. Non è il primo allarme lanciato dal sindacato, per voce del segretario lombardo Alfonso Greco.

Il dito del Sappe è puntato anche contro la decisione di detenere nelle carceri minorili anche donne e uomini di 25 anni: “Una decisione politica che da subito definimmo incomprensibile. Questi maggiorenni si comportano con il personale di polizia e alcuni minorenni ristretti con prepotenza e arroganza, caratterizzando negativamente la quotidianità penitenziaria. E la loro ascendenza criminale condiziona tanti giovani, che li vedono come dei miti”. 

Detenuto in carcere (immagine generica)
Il sovraffollamento al Beccaria non è drammatico, ma esiste – notizie.com

Della stessa fotografia abbiamo fatto riferimento nei giorni scorsi, citando il documento che Antigone ha portato all’attenzione della Camera dei deputati in occasione di un dibattito straordinario. Il focus della questione era l’aumento dei suicidi in carcere, ma nello stesso dossier appare chiaro che dopo l’entrata in vigore del dl Caivano, il numero dei detenuti minorenni nelle carceri è aumentato di più di 200.

Ciò ha causato un sovraffollamento negli Ipm italiani del 111,45%, il 7,92% in più rispetto al 2024. Nel caso del Beccaria, il sovraffollamento non è drammatico come in altre carceri italiani, ma esiste. Antigone ha denunciato situazioni ai limiti della vivibilità, con giovani che dormono sui materassi per terra in alcuni istituti penitenziari italiani. Questo può rendere necessario il trasferimento dei detenuti in altri istituti penitenziari minorili. Qui il documento di Antigone.

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