Pignoramento stipendio 2025, come funziona e quali sono i limiti

Il pignoramento può essere applicato anche allo stipendio di un debitore, ma deve rispettare determinati limiti stabiliti dalla legge.

In caso di debiti insoluti può essere avviata la procedura di pignoramento. Si tratta dell’atto iniziale dell’espropriazione forzata, richiesta dal creditore per il recupero delle somme, che può riguardare beni mobili, immobili, crediti.

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Pignoramento stipendio 2025, come funziona e quali sono i limiti (Notizie.com)

Per quanto riguarda il pignoramento dello stipendio, così come quello della pensione, questa misura, tra le più comuni, consente al creditore di recuperare le somme dovute trattenendo una parte del reddito percepito, ma non può superare determinati limiti stabiliti dalla legge in modo da garantire una vita dignitosa al debitore. Inoltre, il provvedimento deve seguire una procedura specifica per essere esecutiva, regolamentata dal Codice Civile.

Pignoramento dello stipendio, come funziona e quali sono i limiti stabiliti dalla legge

Il pignoramento dello stipendio, come anticipato, deve seguire una specifica procedura. In particolare, il creditore deve presentare una formale richiesta per trattenere delle somme dal reddito percepito dal debitore, ma deve essere in possesso di un titolo esecutivo, come una sentenza emessa dal Tribunale o un decreto ingiuntivo.

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Pignoramento dello stipendio, come funziona e quali sono i limiti stabiliti dalla legge (Notizie.com)

Al debitore dovrà essere notificato, prima del provvedimento, un atto di precetto attraverso il quale si intima di saldare le somme dovute entro 10 giorni. In caso di mancato pagamento, si può procedere con l’atto di pignoramento che dovrà essere inviato al debitore e al datore di lavoro. A questo punto, sarà il giudice che dovrà stabilire le somme da pignorare dallo stipendio. Il datore di lavoro dovrà, dunque, trattenere l’importo stabilito dalla busta paga del dipendente per versarlo al creditore.

Gli importi da trattenere, come stabilito dalla legge, non possono superare determinati limiti in modo da garantire una vita dignitosa al debitore. Il pignoramento che non rispetta queste soglie viene, difatti, considerato illegittimo. Secondo le norme in vigore, non è possibile “aggredire” più di un quinto dello stipendio netto, salvo nei casi di debiti alimentari, per cui può essere pignorato sino ad un terzo dello stipendio. Se il debito, invece, riguarda tributi non pagati, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione dovrà rispettare le seguenti soglie da applicare sul netto:

  • un decimo per stipendi che non superano i 2.500 euro;
  • un settimo per importi compresi tra 2.501 e 5mila euro;
  • un quinto per importi oltre la soglia dei 5mila euro.

Secondo quanto stabiliscono le norme in vigore, se è già in corso un pignoramento del Fisco sulla busta paga, per attivarne un secondo è necessario che venga completamente saldato il primo debito. Se il secondo pignoramento è attivato da un soggetto diverso dal Fisco, i due provvedimenti possono essere operativi contemporaneamente, ma non potrà, in ogni caso, essere pignorata una somma superiore a metà del reddito percepito.

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