L’Europa si prepara alle crisi emergenti (guerra inclusa): cosa prevede il kit di sopravvivenza di 72 ore e a cosa serve.
Lezioni a scuola, kit con scorte per sopravvivere 72 ore, un hub di crisi per la comunicazione tra le strutture esistenti. La Commissione europea e Kaja Kallas, Alta rappresentante Ue per la Politica Estera e di Sicurezza, hanno presentato la strategia per affrontare i disastri naturali e dell’uomo, ma anche crisi geopolitiche e minacce tecnologiche.
Dopo il Readiness (che in origine si chiamava RearmEu), l’intento è chiaro: l’Europa vuole colmare il gap nella difesa rispetto agli altri Paesi e non esclude più situazioni di crisi. E vuole incoraggiare i cittadini a mettere in pratica le regole della sopravvivenza.
Il piano include lezioni nelle scuole da inserire nei programmi oltre che una giornata europea alla preparazione. Prevede trenta azioni chiave da attuare e una lista di cose da fare per prepararsi e promuovere la “cultura della preparazione fin dalla progettazione” in tutte le politiche europee.
Tra le emergenze menzionate c’è il pericolo ormai non troppo lontano dei conflitti armati, con la possibilità di aggressioni contro i Paesi membri. Ma il piano include anche i casi di disastri naturali come le inondazioni, gli incendi boschivi, i terremoti, gli eventi meteo estremi dovuti ai cambiamenti climatici.
Chiaro è anche il riferimento ai disastri provocati dall’uomo. Ad esempio gli incidenti industriali, i guasti tecnologici e le pandemie. Oltre che gli attacchi informatici, le campagne di disinformazione e manipolazione, interferenza di informazioni straniere e il sabotaggio di infrastrutture critiche.
“Stiamo rafforzando la responsabilità e la capacità di reazione dei cittadini, affinché siano meno vulnerabili e subiscano minori conseguenze”, ha scritto su X Raffaele Fitto, vicepresidente esecutivo della Commissione per Riforme e Coesione. “Prepararsi ad affrontare le sfide rappresenta un modo concreto per mantenere e rafforzare l’unità, la pace e la solidarietà all’interno dell’Unione europea”.
La strategia è basata sul rapporto dell’ex presidente finlandese Sauli Niistö sulla preparazione Ue e si divide in sette aree. Previsione e anticipazione, resilienza delle funzioni vitali della società, cooperazione pubblico-privato e civile-militare, coordinamento nella risposta e velocità nel prendere decisioni, resilienza con partnership esterne.
Più nello specifico: lo sviluppo dei criteri minimi di preparazione per i servizi essenziali come scuole, ospedali, telecomunicazioni e trasporti. Il miglioramento dello stoccaggio delle attrezzature e dei materiali essenziali. L’adattamento climatico e la disponibilità dell’acqua, un hub europeo per l’integrazione tra le strutture di crisi.
Infine: esercitazioni di forze armate, protezione civile, polizia, sicurezza, vigili del fuoco e operatori sanitari. Protocolli di emergenza con le aziende per avere sempre disponibili beni e servizi essenziali e una collaborazione con la Nato su mobilità militare, industria della difesa, cyber, spazio, clima e sicurezza.
Trenta azioni chiave in totale e il kit di sopravvivenza, altrimenti detta la “borsa della resilienza“ con un totale di 18 oggetti fondamentali per 72 di emergenza. Contiene ad esempio, una bottiglia d’acqua, una torcia elettrica, i documenti di identità in una custodia impermeabile, i fiammiferi. Un coltellino svizzero, barrette, cibo in scatola, denaro contante, un powerbank, un mazzo di carte da gioco, una radio e medicine.