Israele, Striscia di Gaza e Turchia. Migliaia di persone sono in strada da giorni per protestare contro chi governa i territori.
Motivazioni estremamente differenti da un caso all’altro, con il desiderio di pace, democrazia e trasparenza a fare da filo conduttore delle manifestazioni che i governi stanno in ogni modo cercando di reprimere.
In Israele le proteste contro il governo di Benjamin Netanyahu sono in atto da mesi. Hanno ripreso vigore con la decisione del premier di far ripartire la guerra nella Striscia di Gaza contro Hamas, responsabile delle stragi del 7 ottobre 2023. A guidare le manifestazioni i familiari degli ostaggi ancora nelle mani dell’organizzazione palestinese. Nelle scorse ore diverse centinaia di persone hanno manifestato a Gerusalemme. I cortei si sono concentrati in tre punti e anche davanti alla Knesset, sede del Parlamento dello Stato ebraico.
Israele: tensioni e proteste contro la politica di Netanyahu
Netanyahu è stato definito “un traditore dei valori israeliani”. Il premier dal canto suo ha messo nel mirino lo Shin Bet, l’agenzia di intelligence interna di Israele, e la Procura generale. Sta provando a rimuovere rispettivamente il capo Ronen Bar e la procuratrice Gali Baharav-Miara. La tensione nel Paese resta altissima.
Da sette giorni migliaia di manifestanti hanno protestato contro le politiche di Netanyahu e in generale contro la ripresa della guerra a Gaza dopo la tregua. A Gerusalemme, sono stati segnalati tafferugli tra poliziotti e dimostranti che hanno tentato di sfondare le transenne vicino alla residenza privata del premier: tre gli arresti.
Proprio a Gaza, intanto, sono partiti i primi focolai di protesta contro il movimento islamista palestinese Hamas, che governa la Striscia. Le prime manifestazioni si sono tenute ieri a Beit Lahiya. I manifestanti hanno mostrato anche cartelli con scritte in arabo, tra cui “Il sangue dei nostri bambini non è a buon mercato”, e “Vogliamo vivere in pace e sicurezza”.
Le proteste sono avvenute poche ore dopo che israeliani avevano impartito ordini di evacuazione ai residenti di Beit Lahia. Hamas sarebbe responsabile di un lancio di razzi dalle zone vicine alla città verso gli insediamenti israeliani.
Turchia: manifestazioni di massa e arresti per la difesa di Imamoglu
In Turchia, infine, vanno avanti le proteste di massa contro l’arresto di Ekrem Imamoglu, sindaco di Istanbul e maggiore oppositore politico del presidente Recep Tayyp Erdogan, detenuto in carcere da una settimana con l’accusa di corruzione. Dal 19 marzo migliaia di cittadini turchi sono scesi in piazza, nonostante il divieto di manifestare imposto dal governo. Oltre 1400 persone sono state arrestate. Si tratta delle più grandi proteste verificatesi nel Paese in oltre un decennio.
Tra i detenuti figurano 8 giornalisti. Oggi 26 marzo 2025 è il giorno in cui il Ministero degli Interni comunicherà il nome del reggente che prenderà il posto del sindaco Imamoglu. Un momento delicato. che potrebbe tradursi in una nuova ondata di rabbia e protesta.