Distruzione totale: è questo il riassunto delle immagini e dei video che di ora in ora stanno arrivando dalla Birmania e dalla Thailandia.
Le due scosse di terremoto di questa mattina, venerdì 28 marzo, di magnitudo 7.7 e 6.4 hanno letteralmente devastato le città della Birmania e della Thailandia e il numero di morti al momento è 25, ma è destinato a salire.
L’US Geological Survey ne stima migliaia, ma non è possibile stabilire un numero esatto, dato l’enorme numero degli edifici crollati. L’allerta è rossa per il numero di vittime e per le perdite economiche conseguenti alle scosse. Nonostante i terremoti non siano una novità per l’area, “la popolazione di questa regione risiede in strutture vulnerabili alle scosse sismiche”, costruiti in metallo o legno.
Farnesina: verifiche su eventuali italiani coinvolti in Thailandia
La Farnesina ha fatto sapere che in Thailandia si trovano 7mila italiani iscritti Aire e 700 registrati su Dove siamo nel mondo. Al momento no ci sono notizie su di loro, ma il Ministero degli Esteri è in contatto con l’Ambasciata sul posto per verificare l’eventuale coinvolgimento nel terremoto di concittadini.
Nella località di Taungnoo, in Birmania, sei persone risultano morte sotto le macerie del monastero di Wailuwun: tra loro, cinque sono bambini e uno è un novizio. Altri venti bimbi risultano dispersi. Sempre qui si contano cinque vittime nel crollo parziale di una moschea dopo la prima scossa delle 10.30 ora locale, con potenza maggiore ed epicentro nel Myanmar. Quando la terra ha tremato, i fedeli stavano recitando una preghiera. Un testimone ha raccontato a Reuters che tre persone sono morte sul colpo. Anche in questo caso tra le vittime si conta un religioso.
Intanto si continua a scavare tra le macerie del grattacielo in costruzione crollato a Bangkok. Due lavoratori sono morti, sette feriti e decine di lavoratori sono stati salvati. Ma le fonti mediche hanno parlato di 43 persone rimaste intrappolate, che risultano disperse.
“Sta crollando tutto”, sono alcune delle dichiarazioni arrivate dagli abitanti di Sagaing e Mandalay, le città del Myanmar, dove in queste ore è difficile far arrivare i soccorsi a causa della devastazione. Strade e sistemi di comunicazione sono inagibili. “Sono arrivati molti feriti, non avevo mai visto niente del genere prima” ha detto all’Afp il medico di un ospedale.
Decine sono i dispersi sotto le macerie anche in Thailandia. L’Europa ha attivato Copernicus, lo strumento di osservazione della terra, “per facilitare la valutazione dell’impatto”, ed è pronta a fornire aiuti. Lo ha scritto su X Hadja Lahbib, commissaria europea per la parità, la preparazione e la gestione delle crisi.
Musumeci: “Pronti ad aiutare con la nostra Protezione civile”
Anche il ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare Nello Musumeci ha fatto sapere che l’Italia è pronta ad intervenire in soccorso dei cittadini del Sudest asiatico. “Attendiamo che siano espletate le procedure internazionali per offrire il nostro contributo, secondo le esigenze che saranno richieste”.
Nella gara di solidarietà è rientrata anche una ong torinese, la Medacross, che opera in Myanmar: “Un terremoto 7.7 è sempre terribile. Ma quando colpisce un paese poverissimo è capace di devastare la vita di migliaia di persone, già di fronte e un sistema sanitario fragilissimo e, nelle campagne, pressoché inesistente”.
Medacross sta offrendo aiuto nella zona e ha lanciato una raccolta fondi sul suo sito internet: “Abbiamo la necessità di un sostegno”.
Secondo William Yeck, geofisico del National Earthquake Information Center Usa, il terremoto di magnitudo 7.7 del Myanmar è stato potente quando quello che ha colpito Turchia e Siria nel 2023, che uccise più di 53mila persone. Si tratta di un “evento rosso”, anche in relazione all’alta popolosità dell’area. E non è finita: “Le persone dovrebbero essere preparate a ulteriori scosse nella regione”.