Il+terremoto+ha+ulteriormente+devastato+il+Myanmar%3A+la+guerra+civile+%26%238220%3Bdimenticata%26%238221%3B+che+va+avanti+da+quattro+anni+%28ma+non+se+ne+parla%29
notiziecom
/2025/03/30/il-terremoto-ha-ulteriormente-devastato-il-myanmar-la-guerra-civile-dimenticata-che-va-avanti-da-quattro-anni/amp/
Esteri

Il terremoto ha ulteriormente devastato il Myanmar: la guerra civile “dimenticata” che va avanti da quattro anni (ma non se ne parla)

Published by
Giovanna Sorrentino

Il terremoto ha ulteriormente devastato il Myanmar, un Paese senza diritti, già frammentato dalle conseguenze economiche, politiche e sociali di una guerra civile che va avanti da ormai quattro anni. Una delle tante dimenticate nel mondo. 

Il terremoto ha ulteriormente devastato il Myanmar: la guerra civile “dimenticata” che va avanti da quattro anni (Ansa Foto) – notizie.com

Il terremoto di magnitudo 7.7 è stato il più forte di sempre nell’area del Myanmar. Ha portato con sé la distruzione pressoché totale non solo perché molti edifici non erano costruiti per affrontare un evento del genere. Ma anche perché quello Stato è già devastato da una guerra civile. Che va avanti da quattro anni, di cui il resto del mondo non parla.

In Myanmar c’è una guerra dimenticata. Una delle tante nel mondo, secondarie nell’immaginario collettivo, rispetto a Gaza e Ucraina. Si tratta di un conflitto civile che in realtà ha radici nei decenni e ad oggi vede contrapposte la giunta militare al potere e le milizie etniche.

La guerra civile in Myanmar: come tutto è cominciato

Tutto è cominciato il primo febbraio del 2021, quando le forze armate birmane, con un colpo di Stato, hanno mandato a casa il governo di Aung San Suu Kyi, arrestandola. Un golpe arrivato a qualche mese dalle elezioni, stravinte, dalla Lega nazionale per la democrazia.

Kyi, prima di salire al governo, era stata consigliera di Stato e premio Nobel per la pace nel 1991. Una volta esautorato il Parlamento, l’esercito ha dovuto affrontare prima manifestazioni pacifiche, poi una resistenza armata senza precedenti che vede schierati tanti eserciti etnici e la People’s Defence Force (PDF), braccio armato del National Unity Government del Myanmar (NUG).

La resistenza è stata repressa con i classici metodi della dittatura: arresti arbitrari, torture, esecuzioni sommarie e uso indiscriminato della forza. Così, la guerra civile va avanti ormai da quattro anni. Il bilancio delle vittime è arrivato a decine di migliaia di morti e più di tre milioni di sfollati interni, costretti a vivere in condizioni disastrose, con difficoltà a reperire cibo, acqua e medicine.

La Cina l’anno scorso si è fatta mediatrice di un cessate il fuoco tra i golpisti del generale Min Aung Hllaing e il NUG. Ed ha strappato la promessa della giunta militare di indire le elezioni: promessa che ad oggi non hanno mantenuto. Anche nelle ore immediatamente successive al terremoto degli ultimi giorni, la guerra civile non si è mai fermata.

In un Paese già distrutto senza il terremoto, far arrivare gli aiuti umanitari è ancora più difficile a causa dei controlli. Inoltre non ci sono solo le strade dissestate, ma anche un sistema sanitario a pezzi e una povertà diffusa.

Il servizio geologico Usa (Usgs) stima che oltre a migliaia di morti, il costo economico del terremoto potrebbe addirittura superare il Pil di tutto il Myanmar.

Il NUG sospende le operazioni militari offensive

Dopo che Tom Andrews, relatore speciale delle Nazioni Unite per il Paese, ha esortato la giunta golpista a cessare le operazioni militari, su X il NUG ha fatto sapere di aver emesso una direttiva speciale per lo stop alle operazioni offensive per due settimane. Non è un cessate il fuoco: i gruppi della resistenza infatti, si difenderanno in caso di attacchi.

È stato proprio Andrews a definire qualche anno fa la guerra in Myanmar un conflitto “dimenticato”

Stiamo parlando di uno Stato fortemente frammentato. Che adesso dovrà affrontare anche le conseguenze di un fortissimo terremoto, oltre a quelle economiche, politiche e sociali della guerra civile.

Published by
Giovanna Sorrentino