Terremoto Myanmar, l’opposizione annuncia la sospensione unilaterale della guerra civile

Il terremoto in Myanmar è arrivato in un Paese già fortemente scosso dalla guerra civile che va avanti da quattro anni. Si scava tra le macerie anche a mani nude, il numero delle vittime continua a salire.

Un vigile del fuoco durante le ricerche dei dispersi tra le macerie del terremoto in Myanmar
Terremoto Myanmar, l’opposizione annuncia la sospensione unilaterale della guerra civile (Ansa Foto) – notizie.com

Il fortissimo terremoto di 7.7 in Myanmar ha dissestato ulteriormente un Paese già gravato dalla guerra civile in corso da quattro anni. Mentre si scava tra le macerie degli edifici crollati, il governo ombra di opposizione democratica ha annunciato la sospensione unilaterale di due settimane dei combattimenti contro la giunta militare al potere, escludendo però le operazioni di difesa.

Lo ha dichiarato il National Unity Government (Nug) su X, spiegando che le offensive termineranno nelle aree colpite dal sisma e nei distretti correlati. I media sul posto hanno raccontato che la giunta militare ha continuato gli attacchi contro i ribelli anche nelle ore successive al terremoto.

La decisione è stata presa dopo che Tom Andrews, relatore speciale delle Nazioni Unite per il Myanmar in un’intervista alla Bbc ha esortato la giunta a cessare le operazioni militari. La guerra civile nel Paese va avanti dal colpo di stato militare del 2021. Anche ieri sono stati registrati raid dell’esercito contro i ribelli non lontano dall’epicentro del terremoto.

Nonostante l’arrivo di aiuti umanitari da molti Paesi del mondo, si dovrà operare in un Paese in cui la guerra ha già decimato il sistema sanitario. Secondo l’Usgs, il servizio geologico Usa, c’è il 35% della probabilità che i morti possano arrivare a un numero compreso tra 10 e 100mila. Il costo economico del disastro potrebbe addirittura superare il Pil del Myanmar. Nelle ultime ore si riscontra mancanza di cibo e medicine.

Le vittime del terremoto nel Paese nel Sudest asiatico sono salite a 1.600 morti e oltre 3.400 feriti. Si cercano ancora almeno 139 persone. Il numero è destinato ad aumentare, proprio perché si tratta di un’area densamente popolata, dove i palazzi sono crollati perché molto vulnerabili.

Myanmar, donna estratta viva tra gli applausi

La maggior parte della popolazione vive lungo la faglia di Sagaing, il punto di incontro tra la placca indiana ed euroasiatica. A Mandalay, seconda città più grande del Paese, che conta 1.7 milioni di abitanti, qualcuno scava tra le macerie con le mani.

Ieri sera, sabato 30 marzo, i vigili del fuoco hanno estratto una donna viva tra le macerie di un condominio crollato, che è stata accolta un applauso mentre veniva trasportata in barella in ambulanza. Moltissime persone hanno trascorso la notte dormendo per strada perché non rimaste senza una casa.

In Thailandia invece, si contano almeno 17 vittime e le scosse di assestamento continuano a preoccupare per il rischio che altri edifici potrebbero cedere. Nelle ultime ore l’Usgs ha registrato nuovi movimenti della Terra. Tra questi, uno di magnitudo 5.1 nei pressi della capitale della Birmania, a una profondità di 10 chilometri, preceduto da uno di 4.2 a Shwebo, nel Nord del Mandalay.

A Bangkok sono dieci le persone morte nel crollo del grattacielo in costruzione vicino al mercato di Chatuchak. Le autorità parlano di 83 dispersi.

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