“L’ipotesi principale è si sia trattato dell’uso di una sostanza tossica, utilizzata deliberatamente o inavvertitamente”.
Su quale sia il tipo di sostanza che in Congo ha provocato oltre 1300 intossicati ed ucciso 53 persone sono ancora in corso ulteriori analisi. La conferma su quanto avvenuto in Africa all’inizio di febbraio, spaventando il mondo intero, è giunta a Notizie.com direttamente da Carla Drysdale dell’Organizzazione mondiale alla sanità (Oms).
Cos’è accaduto in Congo? Il 9 febbraio scorso i funzionari della Repubblica Democratica del Congo (Rdc) hanno segnalato alle autorità sanitarie regionali un cluster di 24 decessi inspiegabili. Le morti erano avvenute in un villaggio nell’area di Ekoto, nella zona sanitaria di Basankusu, nella provincia di Equateur. Al 25 febbraio, sono stati segnalati in totale 53 decessi, con l’ultimo avvenuto il 22 febbraio.
L’ipotesi della sostanza tossica: cosa è successo in Congo?
I decessi si sono verificati in tutte le fasce d’età. Ma adolescenti e giovani adulti, in particolare maschi, sembravano essere colpiti in modo sproporzionato. Sono in corso indagini sul campo e ulteriori test di laboratorio, tra cui test del liquido cerebrospinale e analisi tossicologica di campioni ambientali, tra cui acqua e altri campioni per esplorare le cause chimiche. Un totale di 1318 pazienti presentava i sintomi.
Circa il 50% dei test per la malaria eseguiti su questi casi è risultato positivo, quindi i casi identificati attraverso questa sorveglianza rafforzata riflettono probabilmente le varie malattie febbrili nell’area. “Si è trattato di un cluster di decessi e non sembra essere in corso. – ci hanno fatto sapere dall’Oms – Il rischio nazionale, regionale e globale è valutato basso. Sono in corso ulteriori indagini di laboratorio per determinare la possibile origine, l’ipotesi principale è una sostanza tossica, utilizzata deliberatamente o inavvertitamente”.
I risultati iniziali dei test di laboratorio pubblicati il 13 febbraio 2025 sono stati negativi sia per Marburg sia per Ebola. Sono stati raccolti altri campioni (sangue, urina, orale, nasale) per ulteriori test e sono in corso le indagini. Inoltre, vengono raccolti campioni ambientali, tra cui acqua e altri campioni, per esplorare le cause chimiche, come la contaminazione da organofosfati.
Un team di risposta rapida dell’Oms è stato dispiegato a Basankusu ed è arrivato il 16 febbraio. Il team è stato ulteriormente supportato da un team da Kinshasa, arrivato il 23 febbraio. L’Oms ha fornito forniture mediche essenziali per la gestione delle comuni malattie infettive e dei loro sintomi, analisi di laboratorio e prevenzione e controllo delle infezioni.