Dazi, mancano poche ore al 2 aprile. La data che può cambiare la politica economica mondiale dopo la decisione di Donald Trump.
Mancano poche ore all’annuncio storico che potrebbe cambiare una volta per tutte la politica economica mondiale. Domani, 2 aprile, Donald Trump annuncerà i dazi doganali contro quindici Paesi che, usando le sue parole, hanno “trattato in modo scorretto” e “derubato” gli Stati Uniti per “decenni”.
L’argomento, è ovvio, ha fatto irruzione nelle agende dei politici italiani ma soprattutto europei, che hanno annunciato contromisure. Sulle nuove tariffe degli scambi commerciali aleggia ancora molta incertezza. Per ora sappiamo che la percentuale dei dazi può arrivare fino al 25% e che il capo della Casa Bianca è consapevole che anche l’economia americana, almeno in un primo periodo, ne risentirà negativamente.
Con il commercio globale interconnesso, le conseguenze ricadranno su tutti i principali Paesi importatori ed esportatori, Europa ed Italia incluse. Donald Trump annuncerà i nuovi dazi durante un evento al Rose Garden, con l’amministrazione al completo.
Dazi Usa, i settori più colpiti
Essi, insieme a quelli sulle auto, si aggiungeranno a quelli già in vigore sulle importazioni di acciaio e alluminio, ai quali l’Europa ha già risposto con tariffe al 50% sul whisky Usa, motoscafi e motociclette da aprile. E successivamente ai chewing gum, pollame, semi di soia e altri beni.
Com’è noto anche il Canada ha adottato dei contro-dazi su 20,6 miliardi di dollari di prodotti importati dagli Usa. Si preparano alle contromosse anche Corea del Sud, Cina e Giappone, che hanno intenzione di avviare una collaborazione di libero scambio.
Che si tratti di un passo in avanti per arrivare ad accordi futuri più convenienti per gli Usa, o di una vera e propria politica protezionistica con lo scopo di indurre le aziende straniere a produrre in America, quello che sta per accadere avrà ripercussioni anche sugli scaffali dei supermercati.
E per questo i rappresentanti dell’esecutivo italiano intendono arrivare a un compromesso, perché “la guerra dei dazi non farà bene a nessuno”. Questa la voce unanime che arriva dal governo Meloni. Nel frattempo la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen va avanti per la sua strada: se scatteranno i dazi contro l’Ue, ci sarà una risposta.
Oltre al acciaio, alluminio, veicoli e ricambi auto, i settori che subiranno i dazi fino al 25% sono i prodotti farmaceutici e del legno. Donald Trump intende allargare la lista anche al cibo, fino a tasse del 200% sul vino e forse ha intenzione anche di colpire la meccanica, l’elettronica e la chimica.
Dazi Usa, i rischi per l’Italia
In termini di perdite, l‘Italia rischia fino a 7 miliardi di euro, mentre l’Europa stima una ricaduta sul Pil di mezzo punto in un anno. Come abbiamo scritto nei giorni scorsi, nel 2024 il nostro Paese ha venduto agli americani circa 65 miliardi di euro di merci. Secondo Confindustria, alla lista già elencata di prodotti più colpiti, si aggiungono bevande e abbigliamento.
Per non parlare dell’annuncio di Coldiretti, che stima fino a 2 miliardi di perdite per il settore agroalimentare.