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Economia

L’assalto ai maccheroni, la pasta di Gragnano nel mirino dei dazi Usa: “Vendere potrebbe diventare proibitivo”

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Francesco Ferrigno

C’è un clima di attesa e tensione a Gragnano, la cittadina in provincia di Napoli famosa nel mondo per la pasta.

L’assalto ai maccheroni, la pasta di Gragnano nel mirino dei dazi Usa: “Vendere potrebbe diventare proibitivo” (MASSA FOTO) – Notizie.com

Parliamo di uno dei prodotti-icona del made in Italy più noti, apprezzati ed esportati oltreoceano, anche negli Stati Uniti. E che per questo, tra due giorni, sarà investito anch’esso dall’aumento del 20% dei dazi imposti dall’amministrazione di Donald Trump.

I pastai di Gragnano sono in attesa, anche per il clima di incertezza generale che regna tra le negoziazioni politiche e istituzionali e l’effettivo impatto dei costi maggiorati. “In questo momento – ci ha spiegato Antonio Massa, titolare dell’omonimo pastificio campano – è in viaggio un nostro container alla volta del porto di Newark, tra New York ed il New Jersey. Prima di tutto, quindi, le spese doganali a chi toccheranno il 9 aprile?”.

Gragnano – New York: un container e il dilemma dei dazi

È un dilemma non da poco. La spedizione è partita da Gragnano ad un prezzo stabilito in precedenza rispetto all’annuncio dei dazi. L’importatore che si trova negli Usa, il broker, si troverà a pagare il 20% in più di spese doganali. Subito dopo il broker dovrà consegnare materialmente il container al cliente e potrebbe rivalersi a sua volta per il 20% in più. Cosa accadrà se il cliente americano contesterà?

Ora, stiamo parlando di un container del valore di circa 50mila dollari. – ha continuato Massa – Ma cosa succederà a chi ha spedito vino per 200mila dollari? I prossimi ordini? Il cliente americano mi ha già chiamato spiegandomi: oggi paghiamo il 12%, domani pagheremo il 32%. Mettiamoci d’accordo sul prezzo, altrimenti la pasta non la compriamo più. È stato diretto. E dovremo fare una scelta aziendale. Certo non potremo applicare uno sconto del 20%, sui grossi ordini ci sono già dei prezzi speciali. Ma questo cliente effettua ordini ogni 35/40 giorni, è il nostro miglior compratore“.

Gragnano – New York: un container e il dilemma dei dazi (MASSA FOTO) – Notizie.com

Per il momento, insomma, si naviga a vista. E le domande sono molte più delle risposte. Massa commercia pasta negli Usa a 24 clienti che si trovano a New York, nell’area di Brooklin, nel New Jersey, a Miami, in Arizona ed in Texas. Mezzo chilogrammo di pasta viene attualmente venduto a 6,20 dollari nei negozi. Un prezzo già molto importante per un’eccellenza italiana. Tra qualche giorno potrebbe arrivare a costare tra i 7,50 e gli 8 dollari.

Come per tutti i cambiamenti, – ha continuato il titolare del pastificio di Gragnanoc’è un terremoto mediatico e uno finanziario. Ci sarà un periodo di fermo per capire, ma potrebbe diventare seriamente proibitivo vendere pasta. Allora succederà una cosa molto semplice: non ci si fermerà completamente, ma gli ordini saranno perlomeno dimezzati. Le persone saranno arrabbiate, non compreranno italiano”.

Il grido d’allarme dei pastai: “Rischiamo di perdere il mercato Usa”

Uno dei pochi prodotti che potrebbe continuare ad essere venduto “normalmente”, per le sue peculiarità geografiche uniche, è la mozzarella di bufala. Per gli altri beni, però, potrebbero nascere seri problemi.

Il vino americano è di buona qualità, pur non essendo al livello delle pregiate bottiglie italiane e francesi. E la pasta? Grandi marchi come Barilla e De Cecco hanno importanti stabilimenti negli Usa, e potrebbero fare da volano per altri pastifici, magari affittando linee di produzione.

Il grido d’allarme dei pastai: “Rischiamo di perdere il mercato Usa” (MASSA FOTO) – Notizie.com

Ma non lo farei. – ha spiegato Massa – Preferirei fare uno sconto ai clienti più importanti. Senza considerare la questione del marchio di qualità. Se produciamo anche solo un metro al di fuori di Gragnano non siamo più Igp”. Il riferimento è all’Indicazione geografica protetta attribuita alla pasta di Gragnano dall’Unione europea, ottenuta dopo lunghe battaglie e tanto lavoro.

Negli Usa l’acqua è diversa, l’umidità e le temperature pure. – ha concluso Antonio Massa – Il discorso è diverso per le realtà grandi. Siamo in tensione e non poco. Noi serviamo 24 ristoranti. Domattina potrebbero tranquillamente dire: compriamo un’altra pasta italiana. Perderemmo molto fatturato. Le istituzioni italiane ed europee potrebbero darci una mano detassando ad esempio la semola che ci serve per la produzione, l’Iva e così via. Ma penso che tutto questo non accadrà mai. Ciò che è certo è che se si ferma il prodotto italiano i problemi saranno grossi”.

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Francesco Ferrigno