La tua faccia è la tua password? La scomoda verità sulla sicurezza biometrica

Il riconoscimento biometrico è davvero sicuro? Parliamo della tecnologia presente su tutti i nostri smartphone e device.

Riconoscimento biometrico
La tua faccia è la tua password? La scomoda verità sulla sicurezza biometrica (CANVA FOTO) – Notizie.com

In pochi semplici tocchi è possibile impostare i telefoni affinché riconoscano il nostro volto o la nostra impronta digitale per effettuare operazioni importanti, come quelle bancarie. Ma anche per sbloccare il cellulare.

Il riconoscimento biometrico è considerato tanto sicuro che va addirittura a sostituire le password che abbiamo imparato a tenere al sicuro dai malintenzionati. Ma è davvero così? A chiederselo sono stati anche gli esperti dell’Europol che in queste ore hanno diffuso un nuovo rapporto riguardante il potenziale sfruttamento dei dati biometrici da parte dei cybercriminali.

Biometria sotto la lente: comodità e vulnerabilità a confronto

Come già accennato, le scansioni delle impronte digitali o la tecnologia di riconoscimento facciale stanno sostituendo sempre più le password per rendere l’accesso ai dispositivi o per la conferma di un pagamento. Ma tale comodità presenta nuove minacce che devono essere conosciute dalle forze dell’ordine e dai cittadini. L’assunto su cui si basa la ricerca è semplice ed intuitivo. Una password può essere aggiornata, la biometria no.

I sistemi di riconoscimento sono generalmente robusti, a patto che siano ben protetti e aggiornati correttamente. Ma studi dimostrano che esistono modi per ingannare questi sistemi. Modi che includono l’uso di maschere, impronte digitali artificiali o deepfake per aggirare i meccanismi di autenticazione biometrica. E poiché il riconoscimento si basa sempre più sull’identificazione biometrica, è fondamentale che le forze dell’ordine comprendano le vulnerabilità associate.

Riconoscimento biometrico Europol
Biometria sotto la lente: comodità e vulnerabilità a confronto (EUROPOL FOTO) – Notizie.com

Le forze dell’ordine devono collaborare a stretto contatto con gli esperti del settore – si legge in una nota dell’Europol per ottenere informazioni su potenziali attacchi. In modo che qualsiasi tentativo di sfruttamento venga individuato in anticipo. Incoraggiare la collaborazione tra discipline pertinenti, come biometria, scienza forense e sicurezza informatica, è essenziale per restare al passo con tale minaccia”.

Secondo l’agenzia le autorità devono anche adottare misure per rilevare e documentare qualsiasi tentativo di attacco. Ciò è utile per comprendere i progressi compiuti dai criminali nello sfruttare potenziali debolezze nei sistemi di riconoscimento biometrico.

L’avvertimento dell’Europol: i cybercriminali puntano ai dati biometrici

Il rapporto mostra come le forze dell’ordine e gli esperti accademici abbiano unito le forze per identificare e affrontare le sfide poste da questi sviluppi tecnologici. Questo, allo scopo di rafforzare la loro comunità e garantire la sicurezza dei cittadini europei.

In un momento in cui la tecnologia sta rapidamente trasformando la natura del crimine, – conclude la nota – l’Europol innovation lab è all’avanguardia. Consentendo alla comunità delle forze dell’ordine di anticipare le minacce emergenti. Il quinto anniversario del Lab nel 2025 segna cinque anni di innovazione, collaborazione e progressi nell’affrontare le complesse sfide dell’evoluzione della tecnologia e delle metodologie criminali”.

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