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Esteri

El Salvador, il mistero dei migranti deportati da Trump: sono “spariti” nel carcere di Cecot

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Francesco Ferrigno

Non si ha più notizie dei migranti venezuelani deportati nelle scorse settimane nel Cecot, il carcere di massima sicurezza di El Salvador.

El Salvador, il mistero dei migranti deportati da Trump: sono “spariti” nel carcere di Cecot (ANSA/HRW FOTO) – Notizie.com

È la denuncia giunta in queste da diverse organizzazioni umanitarie, tra cui Human Rights Watch. Si tratterebbe di vere e proprie “sparizioni”, tanto che i familiari delle persone “probabilmente” espulse, poiché nessun elenco è mai stato divulgato dalle autorità, non hanno mai ricevuto alcuna notizia.

Nelle scorse ore a Caracas si è tenuta una veglia davanti all’Ambasciata salvadoregna. Per comprendere la portata di ciò che starebbe accadendo bisogna fare un passo indietro. Il 15 marzo scorso il governo degli Stati Uniti, su ordine del presidente Donald Trump, ha espulso 238 venezuelani. Li ha trasferiti a El Salvador nella prigione nota come Cecot (Centro per il sconfinamento del terrorismo).

Migranti spariti nel Cecot: l’accusa di Human Rights Watch

Gli Stati Uniti avrebbero accettato di pagare a El Salvador 6 milioni di dollari per imprigionare per un anno. L’amministrazione Trump ha invocato l’Alien Enemies Act, una legge risalente al 1798, contro il Tren de Aragua, un gruppo criminale organizzato venezuelano. Ma non ha prodotto alcuna prova che ne dimostrasse l’effettiva affiliazione. Un funzionario dell’Immigration and customs enforcement (Ice) statunitense ha riconosciuto che molti di coloro che sono stati deportati non avevano precedenti penali negli Stati Uniti.

Due giorni dopo, comunque, il governo di El Salvador ha pubblicato un video dell’arrivo dei migranti.Queste sparizioni forzate rappresentano una grave violazione del diritto internazionale dei diritti umani. – ha dichiarato Juanita Goebertus, direttrice per le Americhe di Human Rights Watch – La crudeltà dei governi statunitense e salvadoregno ha posto queste persone al di fuori della protezione della legge e ha causato immenso dolore alle loro famiglie”.

Migranti spariti nel Cecot: l’accusa di Human Rights Watch (ANSA FOTO) – Notizie.com

Il Cecot di Tecoluca è considerato un fiore all’occhiello per El Salvador, funestato fino alla sua apertura nel 2022 da continue guerre tra bande criminali. Inizialmente, la capacità del carcere era di 20mila detenuti. Il governo salvadoregno ha poi raddoppiato la capienza dichiarata, portandola a 40mila. Il Centro è stato fortemente voluto dal presidente Nayib Bukele, noto per le sue politiche repressive contro le gang. Molte organizzazioni, in questi anni, hanno denunciato le condizioni disumane della prigione.

Lo stesso Bukele lunedì sarà ospitato alla Casa bianca da Trump, essendone diventato uno dei suoi principali alleati. L’obiettivo del presidente di El Salvador è anche quello di discutere dei dazi al 10%. Human Rights Watch, intanto, ha finora intervistato 40 familiari di persone probabilmente deportate a El Salvador. Il 5 aprile è stata inviata una lettera alle autorità salvadoregne, chiedendo informazioni sull’identità delle persone detenute, sulle loro condizioni di detenzione presso il Cecot e sui fondamenti giuridici delle loro detenzioni. Il governo di El Salvador non ha risposto.

El Salvador, il carcere Cecot: un fiore all’occhiello o una prigione disumana?

Il 20 marzo scorso, la Cbs News ha ottenuto e pubblicato un elenco contenente i nomi, privi di numeri identificativi, di persone deportate in El Salvador. Né le autorità salvadoregne né quelle statunitensi hanno confermato l’autenticità della lista.

Secondo il diritto internazionale, una sparizione forzata si verifica quando le autorità privano una persona della propria libertà e poi si rifiutano di rivelarne il destino o il luogo in cui si trova.

El Salvador, il carcere Cecot: un fiore all’occhiello o una prigione disumana? (HRW FOTO) – Notizie.com

Nessuno dovrebbe essere costretto a ricostruire frammenti di informazioni provenienti dai media o a leggere nel silenzio delle autorità per scoprire dove siano detenuti i propri familiari. – hanno fatto sapere da Hrw – Le autorità salvadoregne dovrebbero rivelare con urgenza i nomi e la posizione di tutti i detenuti trasferiti dagli Stati Uniti e consentire loro di contattare le proprie famiglie“.

C’è anche da sottolineare che Ms13 e Barrio 18, le brutali bande che fino a poco tempo fa terrorizzavano i quartieri di El Salvador, sono nate in parte dalle deportazioni degli Stati Uniti e dalle dure pratiche di polizia di El Salvador. Le deportazioni dagli Stati Uniti negli anni ’90 , durante l’amministrazione di Bill Clinton, hanno permesso a queste bande di espandersi.

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Francesco Ferrigno