Fughe, latitanze, depistaggi, arresti e presunti piani per ucciderlo: c’è molto da chiarire intorno alla morte di Marco Affatigato di 68 anni, ex terrorista nero.
L’uomo, originario di Lucca e protagonista negli anni ’70 degli anni bui del Paese, è stato trovato deceduto a Nizza, in Francia, dove abitava. A ritrovare il corpo senza vita sarebbe stata la compagna che ha poi avvertito la polizia francese.
La scoperta sarebbe stata fatta venerdì sera ma solamente in queste ore è trapelata. Ci sono ancora indagini ed approfondimenti in corso, ma la pista privilegiata sarebbe quella del suicidio. Nato a Lucca il 14 luglio 1956, in passato è stato accusato di voler ricostituire il partito fascista, ma non solo. Avrebbe anche favorito la fuga e la latitanza del terrorista neofascista Mario Tuti.
Ritenuto legato all’associazione segreta terroristica neofascista Ordine nero e sospettato di avere rapporti con i servizi segreti di vari Paesi, il suo nome è emerso più volte in storie di depistaggi, dalla strage di Ustica a quella di Bologna.
A suo carico anche quattro mandati di cattura per reati finanziari, tra cui la bancarotta fraudolenta e appropriazione indebita. Nel 2016 Affatigato venne arrestato dalla squadra mobile di Lucca in un albergo di Nizza, per poi essere estradato in Italia e scontare una pena di otto anni e otto mesi. Una volta tornato in libertà, aveva fatto rientro in Francia. Nel 2022 dichiarò di temere per la propria vita sostenendo che i “vecchi camerati” volevano ucciderlo perché lo consideravano un traditore.
Si tratta di un dettaglio non da poco che in realtà emerse già otto anni prima, nel dicembre 2014, quando i carabinieri fecero scattare a L’Aquila un blitz contro un gruppo terrorista neofascista. Fu sgominata allora l’organizzazione Avanguardia ordinovista che si richiamava proprio agli ideali dei movimenti politici neofascisti ed eversivi degli anni ’70. Tra i progetti del gruppo anche quello di assassinare proprio Marco Affatigato. Quest’ultimo era ritenuto un “infame” in quanto legato ai servizi segreti. In quel momento Affatigato era latitante poiché accusato a sua volta di associazione sovversiva.
Emblematico un suo arresto, avvenuto molti anni prima, il 7 agosto del 1980 sempre a Nizza. La Procura di Bologna emise un mandato di cattura internazionale per furto e falsificazione che fu poi eseguito dalla polizia. Affatigato in quel momento lavorava come lavapiatti presso una clinica ma, raccontano le cronache dell’epoca, aveva preso in affitto tre appartamenti in un palazzo di pregio. L’uomo, in realtà, era stato messo nel mirino dalle autorità per la strage di Bologna avvenuta cinque giorni prima. Non emersero, però, abbastanza elementi per ritenere che Affatigato si fosse spostato da Nizza in quei giorni.
Il governo italiano ne chiese comunque l’estradizione, ottenuta nel settembre successivo da una Corte d’appello della Provenza. Si creò all’epoca un grosso dibattito attorno al nome dell’estremista di destra. Tra i reati contestati, infatti, c’era anche la presunta ricostituzione del partito fascista. Un’accusa prettamente “politica”, per la quale la Francia non può concedere l’estradizione verso altri Paesi secondo una legge del 1927.
Il quel caso, però, la Corte diede il via libera poiché Affatigato fu giudicato “un individuo che ha commesso i crimini più gravi alla luce della morale e del diritto comune, che hanno creato un pericolo collettivo e sono stati commessi in un contesto di violenza, utilizzando mezzi di bassa criminalità”. Fu presa in esame anche la condanna del Tribunale di Pisa del luglio 1980 per aver dato rifugio a Mario Tuti, autore dell’omicidio di un brigadiere e di un caporale dei carabinieri.
Attivo sui social media fino a pochi giorni fa, il 31 marzo scorso su Facebook aveva messo in bacheca alcuni suoi scritti intitolati “Punto di vista sul marxismo“, insieme ad alcune copie di documenti storici firmati da Adolf Hitler tra cui il testamento privato con il quale, oltre alle sue ultime volontà, nominava quale esecutore materiale Martin Bormann.