“Sul caso della madre di Mark Samson e sul suo ruolo nel delitto di Ilaria Sula siamo di fronte ad una incredibile deumanizzazione. Ho un’orribile sensazione di déjà vu con l’omicidio di Marco Vannini”.
A parlare è Flavia Munafò, direttrice dello sportello di ascolto e prevenzione Socio Donna di Roma e presidente di Sia (Sociologi italiani associati) sul caso dell’omicidio di Ilaria. Parliamo della studentessa di 22 anni scomparsa lo scorso 25 marzo a Roma. Sula è poi stata ritrovata il 2 aprile senza vita all’interno di una valigia in un dirupo.
Sono nuovi terribili giorni per la conta dei femminicidi in Italia. Il Paese intero è stato scosso da nuove tragedie, quelle di Ilaria Sula e Sara Campanella, da svolte nelle indagini nel delitto di Liliana Resinovich e dalla diffusione delle motivazioni per la condanna all’ergastolo di Filippo Turetta, l’ex fidanzato assassino di Giulia Cecchettin.
Per la terribile vicenda di Sula è stato già arrestato Mark Antony Samson di 23 anni, reo confesso del delitto avvenuto in un appartamento di via Homs 8 a Roma, nel quartiere africano. Attualmente il giovane si trova nel carcere di Regina Coeli, accusato di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere. Nell’inchiesta è indagata anche la madre, Nors Man Lapaz. Per lei è stata formalizzata la pensante accusa di concorso nell’occultamento del cadavere.
“Ho un’orribile sensazione di déjà vu con l’omicidio di Marco Vannini. – ha spiegato Munafò, in esclusiva per Notizie.com – Anche la moglie di Antonio Ciontoli, Maria Pezzillo, è stata ritenuta colpevole. Il mio pensiero è: riusciremo a capire se si tratta ‘solo’ di occultamento e di aver aiutato a ripulire di tutto il sangue la casa o se c’è stato un aiuto, una responsabilità nell’uccisione?”.
Come ammesso dallo stesso 23enne, nelle ore successive al fermo, la mamma era in casa al momento dell’aggressione. Ovvero, nel momento in cui il ragazzo ha ucciso con almeno tre fendenti la studentessa con cui aveva avuto una breve relazione sentimentale. A quel punto è scattato il piano per fare sparire le tracce. In questo frangente sarebbe intervenuta la mamma dello studente. Non è chiaro se la donna abbia aiutato il figlio anche ad infilare il corpo di Ilaria nella valigia.
“Non so quanto sia possibile che possa aver fatto tutto da solo. – ha continuato la sociologa – Si ipotizza anche la presenza di altri, amici e conoscenti. Ma si deve far luce sul ruolo e sull’effettiva responsabilità capacità di azione della mamma e soprattutto sul ruolo della madre. Com’è possibile che una mamma che vive con il figlio in casa, con un brutale omicidio in corso non si renda conto di quanto sta accadendo. Era nella stanza accanto e non si è resa conto di niente? La ragazza si presume abbia urlato, c’è stata anche una lite dopo un messaggio che ha fatto scaturire questa follia. Trovo allucinante che una madre aiuti un figlio che ha commesso un gesto irreparabile e gravissimo dal quale non si può tornare indietro. E che agisca aiutando il figlio invece di chiamare i soccorsi e preoccuparsi di mettersi nella condizione di fare la madre”.
Attualmente sono in corso approfondimenti su due amici di Samson. In particolare, gli investigatori stanno indagando per verificare se i due possano aver aiutato in qualche modo il 23enne a disfarsi del cadavere della ragazza. Nelle scorse ore è stato effettuato u nuovo sopralluogo della polizia nella casa del quartiere africano, ancora sotto sequestro. Qui il ragazzo viveva con i genitori. Sono state repertate tracce definite interessanti dagli inquirenti ma sulla cui natura stanno mantenendo il più stretto riserbo.
“Nel momento in cui si mette al mondo un figlio il ruolo non è quello di coprire gli errori. – ha sottolineato Flavia Munafò – Ma è quello di istruirlo ed educarlo affinché certi errori non vengano commessi. Se si verifica una situazione grave non si può coprire o occultare. Si deve risolvere, rieducare, non si può cancellare. Si sta parlando di una ragazza uccisa brutalmente. È come se il valore della sua vita fosse nulla. Gettata come un sacco della spazzatura o un oggetto di cui disfarsi perché non serve più. Per quanto Samson possa aver avuto un raptus, saranno poi le perizie a dirlo, la madre non può aver avuto il raptus di pulire. Bensì avrebbe dovuto avere la lucidità di fare la madre. Chiamare le forze dell’ordine e i soccorsi. Rendendo il figlio responsabile e consapevole del gesto irreparabile che ha compiuto”.
A Belmonte Mezzagno nei giorni scorsi si è tenuta una fiaccolata per dire no alla violenza contro le donne e per ricordare Sara Campanella, la studentessa universitaria di 22 anni uccisa da un compagno di corso, Stefano Argentino, in strada a Messina. Sempre in queste ore è stata lanciata una petizione del gruppo Manifesto arrabbiato su Change.org, che ha già raccolto oltre 23mila firme, per chiedere l’inserimento di un programma strutturato con interventi sull’educazione alla sessualità, all’affettività ed emotività in tutte le scuole medie e superiori.
È tornata alla ribalta delle cronache anche il caso di Liliana Resinovich, che scomparve di casa il 14 dicembre 2021 e fu trovata, morta, il 5 gennaio 2022 nel parco di San Giovanni a Trieste. Il marito, Sebastiano Visintin, è indagato nell’ambito delle indagini per l’omicidio. La polizia ha sequestrato nella casa dell’uomo vari da taglio come coltelli e forbici di dimensioni e forza diverse, e un paio di guanti.
Infine c’è ancora una volta il femminicidio di Giulia Cecchettin a seguito della pubblicazione delle motivazioni della sentenza di condanna per Filippo Turetta, che hanno escluso dalle aggravanti quella della crudeltà e dello stalking. “Ho un punto di vista diverso da tutti gli altri perché sono il papà di Giulia: sentire certe cose mi ha fatto male. Forse si poteva dire la stessa cosa con altre parole, forse è mancata un po’ di sensibilità”, ha detto Gino, il padre di Giulia.
Poco fa l’Istat, l’Istituto nazionale di statistica, ha diffuso i dati sulle cosiddette Case rifugio per le vittime di violenza. L’Istat ha giudicato ancora insufficiente la disponibilità dei posti nelle Case rifugio. Sono 3.054 le donne che hanno trovato ospitalità nel corso del 2023 (nel 2022 erano 2.698; nel 2017, anno di inizio della serie storica, erano 1.786). In oltre il 60% dei casi (63,1%, ossia 1.928 donne) si tratta di donne straniere, non sempre residenti.