L’ultima è Floriana Calcagno, 40 anni, insegnante. Laura Bonafede era gelosa di lei. Ma quante donne sono state accanto a Matteo Messina Denaro durante la lunga latitanza?
La Direzione distrettuale antimafia di Palermo ha chiesto e ottenuto l’arresto di Floriana Calcagno, con l’accusa di favoreggiamento aggravato e procurata inosservanza della pena. Ad incastrare la donna, decine di frame estratti dalle immagini dei sistemi di videosorveglianza che la ritraggono insieme con il capo di Cosa Nostra. Anche in auto. In alcuni scatti, Matteo Messina Denaro indossava un cappello a tesa larga e un foulard rosso.
Floriana Calcagno è l’ultima donna incastrata dall’antimafia per aver avuto un ruolo nella lunga latitanza di Matteo Messina Denaro. 40 anni, insegnante di professione: con lei, il superboss avrebbe avuto una relazione durata fino alla sua cattura, avvenuta il 16 gennaio 2023. Gli inquirenti la considerano la postina del mafioso, gli avrebbe dato “sostegno logistico, aiuto e supporto morale e materiale” tra tra Campobello di Mazara, Mazara del Vallo, Tre Fontane e altre zone in provincia di Trapani.
Inoltre, attraverso un sistema di staffetta e scorta con l’auto, avrebbe permesso a MMD di spostarsi da un Comune all’altro. Tutto questo è emerso dalle indagini coordinate dal procuratore Maurizio De Lucia, l’aggiunto Paolo Guido e i pubblici ministeri Piero Padova e Gianluca De Leo.
Proprio Calcagno, nel 2023, dopo cinque giorni dall’arresto dell’ex capo di Cosa Nostra, si recò di sua spontanea volontà in Procura per raccontare di aver avuto una relazione con lui. A Paolo Guido, che aveva coordinato il Ros nelle indagini che portarono all’arresto del capo di Cosa Nostra, disse però di aver saputo chi fosse solo quando era stato arrestato.
A lei si era presentato con l’alias Francesco Salsi, anestesista in pensione. Si erano conosciuti nel 2022 in un supermercato a Campobello e la loro relazione – sempre secondo il racconto della donna – era cominciata dopo un paio di incontri anche fuori dalla scuola. Raccontò di essere andata solo una volta a casa di MMD e che dopo si erano sentiti solo via messaggi e telefonate.
Sempre in Procura Calcagno spiegò che Messina Denaro le aveva detto del tumore e della chemioterapia. la versione della donna deve aver quantomeno destato un dubbio negli inquirenti. Lei infatti, è nipote del capomafia Francesco Luppino, storico uomo di fiducia di Messina Denaro e moglie di Paolo De Santo, finito in manette per favoreggiamento di Calogero John Luppino, un altro mafioso.
Calcagno in Procura raccontò che ai tempi della relazione con il capo di Cosa Nostra stava vivendo una crisi personale e matrimoniale.
Ma c’è un altro fatto: identificare Calcagno è stato possibile anche grazie agli scritti al capo di Cosa Nostra di Laura Bonafede, un’altra amante. La donna più volte aveva dimostrato di essere gelosa di una certa Acchina, Sbrighisi ed Handicap: tutti dispregiativi per definire “l’altra”.
Ricordiamo che Bonafede, anche lei insegnante, è già stata condannata per associazione mafiosa. Suo cugino Andrea è l’uomo che ha prestato l’identità al boss per permettergli le cure. “Dici che Acchina di aiuta come può. Ma cosa può fare per te?”, si legge nelle lettere a MMD da parte di Bonafede.
E ancora, la donna dimostrava di non credere alla versione di Messina Denaro sul suo rapporto con Calcagno, cioè che la loro relazione risaliva al 2022. “Ci sono date che non mi quadrano. Tu mi parli di aprile 2022″, scriveva la donna. Ma “se ben ti ricordi ti disse che voleva parlarti già nell’agosto 2017, o l’hai dimenticato?”. Tante le “scenate” di gelosia. “Se penso a Sbrighisi che passava con quella faccia compiaciuta, dopo essere stata con te, le bastonate gliele darei eccome”.
Nel 2022, a dicembre, Bonafede scriveva a Messina Denaro di aver visto Calcagno uscire dalla “zona chiave”, cioè il covo di Campobello di Mazara. “Stavolta mi è cambiato l’umore, quella scena mi ha cambiato la giornata. Alle 11.40 circa ho visto Handicap che usciva dalla zona chiave, dritta come un palo e con una Louis Vuitton, sicuramente regalata da te. Regali borse come un distintivo? F**k”.
Chissà se ora il cerchio è chiuso. O se all’appello mancano altre donne con ruoli chiave nella latitanza del capo di Cosa Nostra. “Fimmine“, per dirla alla siciliana, che hanno fatto parte della vita di Messina Denaro. Oltre alle familiari, Bonafede e Calcagno, ce ne sono state altre.
Ad esempio, Andrea Haslehner, con la quale il boss ha avuto una storia dal 1988 al 1994. La donna era austriaca d’origine e lavorava in un hotel a Trapani. MMD fece uccidere il proprietario della struttura perché non acconsentiva alla loro frequentazione. Tra le vacanze trascorse insieme, ce ne fu una nel 1992, periodo delle stragi di Capaci e via D’Amelio.
Un’altra donna del boss è stata Maria Mesi, conosciuta negli anni Duemila. Il suo alias era Tecla ed stata condannata a tre anni per favoreggiamento. Lavorava in un’azienda che si occupava della conservazione del pesce di proprietà del fratello di Filippo Guttadauro, cognato di Matteo Messina Denaro.
Nella lista, anche Lorena Lanceri, che l’ha ospitato in casa per alcuni mesi, e la madre della figlia Lorenza, Francesca Alagna.