Elezioni regionali: il dopo Zaia e De Luca anima il dibattito tra i partiti. E rischia di spaccare le coalizioni. Cosa sta accadendo in Campania e Veneto dopo il no al terzo mandato.
Una svolta storica sta per arrivare nella prossima tornata elettorale per le regionali 2025 in Campania e in Veneto. I due governatori più acclamati di sempre non potranno ricandidarsi.
Stiamo parlando dei presidenti Luca Zaia e Vincenzo De Luca, che non potranno ripresentarsi ai cittadini dopo la decisione della Consulta sul terzo mandato. Nei giorni scorsi i giudici, dopo ore di dibattimento, hanno bocciato la legge regionale della Campania sul terzo mandato, perché “incostituzionale”.
Così adesso la sfida delle coalizioni è quella di trovare candidati altrettanto forti. E la situazione rischia di spaccare i partiti.
Il Veneto è storicamente della Lega. Il governatore Luca Zaia ha ulteriormente rafforzato i consensi e ora il Carroccio rivendica la “sua” Regione. Non ha perso tempo a dirlo il leader Matteo Salvini dal palco della scuola politica del Carroccio, avanzando l’ipotesi di un accordo di centrodestra per un altro governatore leghista.
In bilico c’è la stabilità stessa del governo, soprattutto dopo il no su Salvini al Viminale, degli alleati di Fratelli d’Italia e Forza Italia. E dopo le varie prese di posizione della Lega sul piano internazionale, non ultima quella sulla difesa europea, che ha creato non poco caos in maggioranza.
Proprio in nome dell’unità, alla fine la premier Giorgia Meloni potrebbe cedere e lasciare il Veneto alla Lega, in cambio della Lombardia alle regionali previste nel 2028. Il rischio è proprio perdere le elezioni perché “nessun veneto capirebbe un centrodestra non unito”. A dichiararlo è Luca De Carlo, uno dei nomi in lizza per Fratelli d’Italia. Tra gli altri papabili, Alberto Stefani (Lega), Mario Conti (Lega), Elena De Berti (vice di Zaia).
Ma veniamo alla Campania. Qui il centrosinistra dovrà fare i conti con il ribelle Vincenzo De Luca, che proprio sul suo stesso partito ha scritto il libro Nonostante il Pd. Lo sceriffo non potrà ricandidarsi ma ha tutte le intenzioni di giocare la partita delle regionali da protagonista.
Lo vuole fare presentando tre liste riconducibili a lui e magari anche indicando il suo successore. Diciamola tutta: senza il suo supporto in Campania, il Pd potrebbe rischiare di perdere la Regione a favore del centrodestra.
E il primo veto di De Luca sembra essere proprio quello alla candidatura di Roberto Fico per il campo largo. Il lizza con il grillino ex presidente della Camera, c’è anche l’ex ministro dell’Ambiente e vicepresidente della Camera Sergio Costa sempre in quota 5 Stelle. Consapevoli di ciò che potrebbe perdere, i Dem hanno intenzione di dialogare con il governatore uscente e la classe dirigente della Regione.
Nel frattempo il centrodestra in Campania da un lato ha in mano la carta vincente tutta fondata sull’incognita avversari. Dall’altro però, Forza Italia è appena stata travolta dalla bufera giudiziaria che ha sfiorato Fulvio Martusciello, costretto a fare un passo indietro. Al suo posto, in lizza ci sono il viceministro Edmondo Cirielli (FdI) e Gianpiero Zinzi (Lega). Gli azzurri sono alla ricerca di un nome altrettanto forte da competere.