Attraverso un recente emendamento al Decreto bollette, il governo ha ufficializzato e riconosciuto la figura professionale dell’Utility manager. Di cosa si tratta?
“L’Utility Manager, o manager delle utenze, è una figura professionale introdotta nel 2020 e certificata secondo la norma Uni 11782 accreditata dall’Ente unico nazionale di accreditamento designato dal governo, Accredia”.
A parlare, in esclusiva per Notizie.com, è Marco Lupo, amministratore e direttore commerciale di Utilities dimension, delegato Assium Emilia Romagna ed esperto nei settori dell’energia elettrica e del gas naturale. L’Utility manager è insomma un professionista formato specificamente nella gestione delle utility (energia elettrica, gas naturale e telecomunicazioni). Ed è formato attraverso un percorso definito dalla Utility manager academy (Uma). Si tratta dell’Ente formativo promosso da Assium, l’Associazione italiana utility manager.
“L’emendamento ha attribuito alla figura professionale un ruolo centrale per – ha continuato Lupo – diventare il punto di riferimento autorevole e affidabile per la gestione consapevole dei servizi di fornitura. Un passaggio simile a quanto già avvenuto in altri settori. Come gli agenti immobiliari o i consulenti finanziari, anche chi opera nel mondo dell’energia e delle telecomunicazioni ora potrà dimostrare competenze certificate”.
La sua presenza riduce il rischio di errori, truffe o consulenze improvvisate, oggi ancora troppo diffuse. Spesso il cliente si affida inconsapevolmente a chi propone soluzioni veloci. Determinazioni basate su risparmi solo apparenti e non frutto di una reale analisi, al solo scopo di concludere un contratto. L’Utility manager, invece, agisce con etica professionale e trasparenza, mette il cliente al centro. Lo accompagna in scelte informate e sostenibili, sia dal punto di vista economico sia tecnico.
“Da oggi, – ha sottolineato il delegato Assium – essere Utility manager è la conditio sine qua non per garantire sicurezza e professionalità nel settore. In sua assenza, è alta la probabilità che a proporre un contratto sia qualcuno che non possieda le conoscenze di base per comprendere l’offerta che sta presentando”.
Secondo un’indagine interna condotta da Utilities dimension, l’85% degli addetti alla vendita non ha una preparazione sufficiente. Il 95% degli operatori di call center comunica con l’utente in modo impreciso. O, peggio, ricorre a invenzioni e falsità fuorvianti che un professionista qualificato non prenderebbe nemmeno in considerazione. “Mi chiedo: a chi andrebbe a genio dopo un’intensa formazione di abbassarsi a quel livello?”, ha affermato l’esperto.
“Vedo L’Utility manager – ha specificato Marco Lupo – come un professionista aggiornato su normative, mercati, regolatori, incentivi e aspetti tecnici delle forniture. Non si limita a conoscere tariffe e fornitori. È in grado di decodificare documenti complessi e tradurre la proposta del mercato libero in termini comprensibili. Guidando cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni verso scelte consapevoli in un contesto normativo ed energetico sempre più articolato”.
Il direttore commerciale di Utilities dimension ha però precisato che non si tratta necessariamente di un consulente “super partes”. Non va assolutamente associato a un broker. La certificazione garantisce la professionalità, non l’indipendenza o la neutralità. L’Utility manager può essere impiegato in diversi contesti, proprio come avviene per figure qualificate in altri settori: pensiamo ai commercialisti, agli agenti immobiliari, ai consulenti finanziari o del lavoro.
“Questa figura ufficiale può operare in ambito privato o pubblico: – ha detto Lupo – all’interno di una compagnia come venditore qualificato, come consulente indipendente, in società di consulenza, in strutture che non vendono nulla ma si occupano di analisi, gestione pratiche e tutela degli utenti, oppure all’interno della pubblica amministrazione, contribuendo alla gestione delle forniture e dei servizi energetici e di telecomunicazione”.
L’abilitazione a Utility Manager rappresenta quindi una qualifica trasversale, che abilita a operare nel settore con competenze verificate, in molteplici ruoli. Non ha costi per lo Stato né per i cittadini, ma è uno “strumento” atto a ridurre la spesa pubblica e ad efficientare il settore.
È il professionista stesso a formarsi a proprie spese. Se il cliente sceglie di rivolgersi a una società di consulenza dietro compenso, lo fa per accedere a un servizio strutturato e talvolta imparziale, non per la figura in sé.
“Operandovi ogni giorno posso riferire che il contesto delle Utility è sempre più complesso – ha proseguito l’esperto – e cruciale. Sapere che chi ci affianca ha sostenuto un percorso serio, con esame finale e requisiti di aggiornamento, è un segno concreto di qualità e affidabilità. Per questo le imprese e anche le pubbliche amministrazioni potranno iniziare a considerare l’inserimento di questa figura nei propri organici, al pari di quanto già avviene con consulenti fiscali e legali”.
Per rivolgersi ad un Utility manager un cittadino o un’impresa possono farlo facilmente. Sul sito di Assium è disponibile un elenco geolocalizzato dei professionisti, mentre su Accredia si trova l’elenco ufficiale con nome e cognome di chi ha ottenuto la certificazione.
“Inoltre, – ha concluso Marco Lupo – sono già attive sedi regionali in tutta Italia, come quella che rappresento io in Emilia Romagna, pronte ad accogliere e orientare cittadini e imprese. Non è un albo obbligatorio, ma è già un sistema pubblico e trasparente per distinguere chi ha davvero competenze certificate. Assium sarà sempre in prima linea per certificare l’affidabilità di questa figura professionale attesa e di aziende che desiderino distinguersi nel loro operato”.