Sono disastro colposo e omicidio colposo plurimo i reati ipotizzati dalla Procura per la caduta della funivia del Faito che collega il monte a Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli.
Il fascicolo d’inchiesta è stato aperto al momento contro ignoti, ma i primi nomi degli indagati potrebbero essere iscritti già nelle prossime ore. I magistrati della Procura della Repubblica di Torre Annunziata hanno investito la polizia di stato delle indagini.
Secondo le prime ricostruzioni, la rottura del cavo traente avrebbe fatto cadere in un dirupo la cabina a monte, dove si trovavano le vittime. La cabina a valle è invece rimasta bloccata e le 9 persone a bordo, quasi tutti turisti, sono state fatte scendere imbragate. I soccorsi sono stati effettuati nonostante le pessime condizioni meteo e la forte nebbia.
Una delle ipotesi che dovranno essere vagliate è se il cavo traente possa essersi spezzato a causa del forte vento il forte vento. Vento che al momento del disastro sfiorava i 100 chilometri orari. Sono state intanto identificate tre delle quattro vittime dell’incidente. Sulla cabina a monte, precipitata per diverse centinaia di metri, c’erano cinque persone, due coppie di turisti stranieri e il macchinista.
A perdere la vita sono stati l’operatore di bordo dell’azienda Eav, Carmine Parlato, di 59 anni; l’israeliana Janan Suliman, di 25 anni; la britannica Margaret Elaine Winn, di 58 anni. Anche la quarta vittima dovrebbe essere un cittadino della Gran Bretagna, ma al momento la sua identità non è stata ancora accertata. Sarebbe stato ritrovato privo di documenti l’altro passeggero di origini israeliane, la cui età sarebbe di circa 30 anni. Si tratta dell’unico superstite dell’incidente e che versa in condizioni gravi ma stabili all’Ospedale del Mare di Napoli.
Nella cabina diretta a valle, invece, viaggiavano dieci persone, tutte tratte in salvo. Si tratterebbe di una famiglia tedesca composta da cinque persone, quattro studenti Erasmus (due francesi e due tedeschi) e il macchinista. In questo periodo, infatti, la funivia rappresenta una delle prime attrazioni turistiche della città di Castellammare, alle porte della penisola sorrentina. In pochi minuti la cabina era in grado di raggiungere il monte Faito.
Come già accennato, una delle principali ipotesi della tragedia è che si sia improvvisamente rotto il cavo di trazione. Il freno di emergenza a valle ha funzionato, ma non quello della cabina che entrava in stazione. L’incidente è avvenuto appena una settimana dopo la riapertura stagionale della funivia, famosa per la vista sul Vesuvio e sul Golfo di Napoli. La premier italiana Giorgia Meloni ha espresso le sue condoglianze alle vittime e alle loro famiglie e ha affermato di essere in contatto con i soccorritori. Si trovava a Washington, dove ha incontrato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Sul caso è intervenuta anche Ansfisa, l’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali. Gli esperti hanno fatto sapere che a marzo 2024 la funivia era stata oggetto di verifica da parte degli ispettori. Nel 2025 poi l’Eav ha trasmesso l’8 aprile, appena dieci giorni fa, tutta la documentazione necessaria, comprensiva dell’esito dei controlli manutentivi ordinari e straordinari, nonché delle prove non distruttive eseguite sui cavi.
Le verifiche sono state accompagnate da apposite relazioni firmate dal direttore di esercizio, che assevera la piena idoneità dell’impianto alla prosecuzione dell’attività in sicurezza. “Tutte le dichiarazioni, relazioni tecniche e documentazione di supporto sono state regolarmente acquisite agli atti da Ansfisa”, si legge in una nota.