Addestrare un modello di Ia “costa” quanto alimentare 130 abitazioni in un anno, l’esperta: “Richiede energia, ma può anche aiutarci a usarla meglio”

“L’Intelligenza artificiale sta trasformando la società e l’economia, ma richiede anche infrastrutture energetiche e digitali all’altezza della sua crescita”.

Data center Ia
Addestrare un modello di Ia “costa” quanto alimentare 130 abitazioni in un anno, l’esperta: “Richiede energia, ma può anche aiutarci a usarla meglio” (CANVA FOTO) – Notizie.com

Così, in esclusiva per Notizie.com, Allegra De Filippo, ricercatrice e docente del Dipartimento di Informatica–Scienza e Ingegneria dell’Università di Bologna, e socia dell’Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale (AIxIA).

De Filippo si occupa in prima persona di sostenibilità applicata all’Intelligenza artificiale. Abbiamo sentito il suo parere in merito al tema della grande quantità di energia di cui necessitano i modelli di Ia per funzionare. Del caso ce n’eravamo già occupati nei giorni scorsi. Nella prima parte della nostra inchiesta ci eravamo soffermati sui data center e sulla “sete” dell’Ia che produce consumi record.

De Filippo (AIxIA), in esclusiva per Notizie.com: “Stanno emergendo soluzioni di Green Ai”

Per dare un’idea concreta, basti pensare che l’addestramento di un modello come Gpt può consumare oltre 1.300 MWh, quanto 130 abitazioni in un anno. – ha spiegato la docente – Per questo stanno emergendo soluzioni di Green Ai (ad esempio, una fase di addestramento su una quantità di dati inferiore, oppure l’utilizzo di processori più sostenibili) capaci di abbattere consumi e Co2”.

Secondo la ricercatrice l’Ia, infatti, non è solo parte del problema. Può anche essere parte della soluzione, aiutando a gestire reti elettriche intelligenti, ma non solo. Anche ad ottimizzare l’uso di rinnovabili e prevedere i picchi di domanda. In Europa e in Italia, la rete elettrica è in fase di potenziamento. Già oggi si registrano investimenti in infrastrutture smart e progetti di digitalizzazione della rete, che l’Ia stessa può aiutare a ottimizzare.

Data center Intelligenza artificiale
De Filippo (AIxIA), in esclusiva per Notizie.com: “Stanno emergendo soluzioni di Green Ai” (CANVA FOTO) – Notizie.com

È un circolo virtuoso che va incentivato. – ha continuato Allegra De Filippo – L’Ia richiede energia, ma può anche aiutarci a usarla meglio. Certo, rimangono alcuni colli di bottiglia normativi e autorizzativi, come i tempi lunghi per l’allaccio alla rete o per l’attivazione di impianti di rinnovabili. Ma si stanno aprendo spiragli. Sempre più territori adottano regolamenti locali più snelli e strumenti di programmazione condivisa”.

L’AIxIA e i tanti ricercatori coinvolti contribuiscono a questa evoluzione promuovendo la ricerca su modelli Ia a basso impatto ambientale. E organizzando eventi di confronto tra mondo accademico, industriale e istituzionale. Già nei giorni scorsi abbiamo parlato del data center realizzato ad Hamina, in Finlandia, da Google. Il centro è alimentato quasi interamente da energia rinnovabile e raffreddato con acqua di mare. L’azienda ha annunciato che già nei prossimi mesi il calore in uscita verrà recuperato e reimmesso gratuitamente nella rete di teleriscaldamento, coprendo fino all’80% del fabbisogno locale.

Ia in Italia, collaborazione pubblico-privato dev’essere un punto di forza

Il campus data center in Finlandia – ha commentato la ricercatrice – è sicuramente un esempio di avanguardia sostenibile. Ma anche l’Italia ha risorse ambientali e competenze tecniche che rendono possibile implementare soluzioni sostenibili, più adattate al nostro territorio. Già oggi esistono in Italia data center che adottano fonti rinnovabili, impianti geotermici e soluzioni di raffreddamento naturale. Ad esempio attraverso l’uso di acqua marina o impianti di trigenerazione. Le condizioni tecniche per realizzare modelli sostenibili ci sono. Stanno emergendo iniziative locali promettenti”.

La socia dell’Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale ha sottolineato che a livello normativo, servono politiche industriali in grado di incentivare le imprese virtuose. E un approccio più flessibile alle autorizzazioni. Anche qui, la collaborazione tra pubblico e privato deve essere un punto di forza del sistema italiano. Università, enti locali e imprese devono continuare a impegnarsi nella co-progettazione di infrastrutture digitali a basso impatto ambientale.

Personale data center Intelligenza artificiale
Ia in Italia, collaborazione pubblico-privato dev’essere un punto di forza (CANVA FOTO) – Notizie.com

È una sfida che può anche diventare un’opportunità per valorizzare le realtà locali e creare nuove filiere green-tech con l’obiettivo di trasformare l’innovazione digitale in un’opportunità per accelerare la transizione ecologica. – ha detto De Filippo – I Power purchase agreements (Ppa) stanno assumendo un ruolo sempre più rilevante. In Europa, gran parte dei nuovi Ppa è associata al settore Ict, segno che il mondo tech si sta muovendo verso un approvvigionamento più stabile, economico e sostenibile”.

In Italia, il mercato dei Ppa sta crescendo, anche se meno velocemente, e diverse aziende del settore energetico e digitale si stanno muovendo in questa direzione. Il potenziale è alto, anche grazie all’abbondanza di questo tipo di fonti energetiche nel nostro territorio. Ci sono ancora margini di miglioramento soprattutto a livello normativo, dove serve maggiore chiarezza regolatoria e strumenti che facilitino l’accesso anche alle medie imprese per rendere i Ppa più accessibili e favorire la nascita di comunità energetiche industriali.

“Ia, un potente alleato nella transizione ecologica”

L’impatto potenziale è concreto. – ha concluso Allegra De Filippo – Secondo stime europee, alimentare un cluster di data center con 100 Mw di fotovoltaico permetterebbe di evitare fino a 70mila tonnellate di Co₂ l’anno, l’equivalente di 45mila auto in meno”.

“In questo scenario, l’Intelligenza artificiale può diventare un potente alleato della transizione ecologica: non solo per ridurre il proprio impatto ambientale, ma anche per ottimizzare la gestione delle energie rinnovabili, la logistica, i consumi e i processi industriali. Anche su questo fronte, l’AIxIA e molti ricercatori che, come me, ne sono soci, giocano un ruolo attivo. È una sfida che richiede visione e collaborazione, ma i segnali positivi ci sono”.

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