Automobili gravemente incidentate negli Stati Uniti contrabbandate e rivenute in Europa. I dazi? Non pagati, così come l’Iva.
È quanto ha scoperto in queste ore l’Europol nel corso di un’operazione condotta dalla Procura europea (Eppo). Tra le principali destinazioni la Germania e la Lituania, ma approfondimenti sono in corso anche in Italia per verificare la presenza dei pericolosi, e potenzialmente letali, veicoli.
Coinvolti nel blitz oltre mille agenti tra poliziotti e funzionari del fisco e delle dogane, che hanno effettuato centinaia di perquisizioni in decine di Paesi Europei. Indagate per il momento diciotto persone, di cui dieci finite in manette. Il danno stimato, tra Iva e dazi doganali non pagati, è di 31 milioni di euro. Sono stati congelati i conti bancari e sequestrate 116 auto per un valore di circa 2,3 milioni di euro, oltre a mezzo milione di euro in contanti e beni di lusso.
L’indagine ha preso di mira una vasta organizzazione criminale attiva nel contrabbando di automobili gravemente danneggiate dagli Stati Uniti verso l’Unione europea. I veicoli venivano poi rivenduti ai clienti finali dopo riparazioni superficiali. L’organizzazione criminale ha anche rappresentato un grave pericolo per la sicurezza dei consumatori europei, che hanno acquistato inconsapevolmente veicoli pericolosi a un prezzo elevato. Anche alcuni sospettati chiave di nazionalità russa sono finiti sotto inchiesta.
L’inchiesta, dal nome in codice Nimmersatt (Insaziabile, in tedesco), ha coinvolto Usa, Russia, Canada, Ungheria, Irlanda e Regno Unito, oltre a undici Paesi dell’Ue. Le indagini sono state condotte in Bulgaria, Estonia, Germania, Ungheria, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi, Portogallo, Romania e Spagna. Le organizzazioni criminali sfruttano il mercato statunitense delle auto incidentate, che spesso vengono vendute dalle compagnie assicurative all’estero o demolite.
Il gruppo ha acquistato enormi quantità di auto dalle compagnie assicurative statunitensi tramite aste online per poi spedirle nell’Ue. Utilizzando una rete di compagnie fittizie e fatture false per mascherare l’origine delle auto, questi veicoli sono arrivati nell’Ue con la loro storia commerciale oscurata. Le auto sono arrivate in diversi porti, tra cui Anversa (Belgio), Bremerhaven (Germania), Klaipėda (Lituania) e Rotterdam (Paesi Bassi).
Per evadere una parte sostanziale dei dazi doganali, i malviventi hanno presentato fatture false alle autorità, dichiarando un valore molto inferiore a quello pagato per i veicoli. Le auto venivano poi trasportate via terra in Lituania, per essere riparate in officine. In base alle prove, le riparazioni erano solo superficiali, al fine di farle apparire come nuove e superare le procedure di certificazione tecnica richieste.
Successivamente, quando le auto venivano vendute ai clienti finali in Germania e in altri paesi dell’Ue, venivano presentate come “mai incidentate” o “completamente e professionalmente riparate“, anche quando presentavano danni nascosti, tra cui airbag mancanti o altri gravi problemi di sicurezza.
L’indagine ha accertato che la cellula lituana dell’organizzazione si è avvalsa di società in Bulgaria, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi e Romania per occultare il vero fatturato del commercio di auto incidentate. È stata istituita nel 2020 ed è guidata da un cittadino lituano arrestato. Solo dalla Lituania sono state vendute almeno 16.500 auto per un importo di 144 milioni di euro.