Italiani al voto a maggio, giugno e poi a settembre per le elezioni comunali, regionali e per il referendum su lavoro e cittadinanza.
Sono divenute ufficiali in queste ore le date in cui i cittadini italiani sono chiamati a recarsi alle urne. Si parte domenica 25 e lunedì 26 maggio 2025 per le elezioni in 120 Comuni di regioni a statuto ordinario.
Tra questi ci sono anche 32 Comuni superiori ai 15mila abitanti e quattro capoluoghi di provincia: Genova, Matera, Ravenna e Taranto. I cittadini dovranno scegliere i nuovi sindaci poi di Assisi, Amelia, Aprilia, Subiaco, Fiano Romano, Ortona, Sulmona, Nola, Taranto, Matera, Senise, Lamezia Terme, Paola e Scilla. L’eventuale turno di ballottaggio si svolgerà domenica 8 e lunedì 9 giugno.
In queste date gli cittadini sono chiamati a esprimersi anche sui referendum abrogativi relativi a cinque quesiti in tema di lavoro e cittadinanza. È possibile votare domenica dalle ore 7 alle ore 23 e lunedì dalle ore 7 alle ore 15. Interessati al voto anche numerosi comuni delle regioni a statuto speciale (Friuli-Venezia Giulia, Sardegna, Sicilia e Trentino-Alto Adige).
Nei Comuni del Friuli Venezia Giulia si è già votato al primo turno e gli eventuali ballottaggi si terranno domenica 27 e lunedì 28 aprile. In Sardegna si voterà domenica 8 e lunedì 9 giugno, con eventuale ballottaggio domenica 22 e lunedì 23 giugno. In Sicilia si andrà alle urne domenica 25 e lunedì 26 maggio, con eventuale turno di ballottaggio domenica 8 e lunedì 9 giugno. In Trentino-Alto Adige appuntamento domenica 4 maggio, con eventuale turno di ballottaggio domenica 18 maggio.
Sarà in autunno, invece, il turno di elezioni regionali che riguarderà i cittadini di Marche, Veneto, Toscana, Puglia e Campania. Sono quattro le amministrazioni regionali uscenti di centrosinistra (Puglia, Campania, Toscana, Valle d’Aosta) e due quelle di centrodestra (Veneto, Marche). Bisogna ricordare che per quanto riguarda il Veneto e, soprattutto la Campania, dove la Corte costituzionale ha bocciato la legge regionale sul terzo mandato, non potranno ricandidarsi i governatori uscenti Luca Zaia e Vincenzo De Luca.
Per quanto riguarda i cinque quesiti abrogativi, come già accennato, quattro riguardano il mondo del lavoro e uno la cittadinanza. Nello specifico, con il primo ci si esprimerà sull’abrogazione della disciplina sui licenziamenti del contratto a tutele crescenti del Jobs Act. Con il secondo si voterà l’abrogazione dell’articolo 8 delle Norme sui licenziamenti individuali. Il terzo è incentrato sulla riduzione del lavoro precario, con un intervento sulla Disciplina organica dei contratti di lavoro e revisione della normativa in tema di mansioni. Il quarto quesito riguarda la sicurezza sul lavoro, e in particolare sul fatto di estendere le responsabilità in caso di infortunio all’impresa appaltante.
Infine, c’è il quesito abrogativo sulla cittadinanza italiana: la proposta è dimezzare i tempi da 10 a 5 anni per la residenza legale in Italia necessaria per concedere la cittadinanza. Cgil e Più Europa hanno annunciato presidi e campagne sul territorio per informare cittadini, studenti e lavoratori fuori sede sulle modalità di voto e promuovere una partecipazione democratica più ampia.
“Sui grandi media regna il silenzio totale, per questo – hanno fatto sapere dalla Cgil – abbiamo organizzato un sit-in presso la Rai di via Teulada per chiedere la massima informazione sui cinque referendum che si terranno l’8 e il 9 giugno su lavoro e cittadinanza e consentire così la più ampia partecipazione delle cittadine e dei cittadini al voto“.