Sono quattro per il momento gli indagati per la tragedia della funivia del Faito, avvenuta lo scorso giovedì 17 aprile in Campania.
Sull’incidente costato la vita a quattro persone stanno indagando i pm della Procura della Repubblica di Torre Annunziata e gli agenti della polizia di stato.
I nomi iscritti nel registro degli indagati appartengono a funzionari e dirigenti dell’Eav (Ente autonomo volturno), l’Ente regionale che gestiva l’impianto di risalita da Castellammare di Stabia, non lontano da Napoli. L’Eav gestisce anche la linea ferroviaria della Circumvesuviana. Quest’ultima è da sempre alla ribalta delle cronache locali per i ritardi e i guasti, considerata da Legambiente una delle tratte peggiori d’Italia.
L’attenzione degli inquirenti si dovrà inevitabilmente focalizzare proprio sulla fune d’acciaio e sull’inefficacia dei freni che, a differenza della cabina a valle, non hanno bloccato la corsa a ritroso del veicolo. I reati ipotizzati sono disastro colposo e omicidio plurimo colposo, insieme alle lesioni colpose (per il ferito). Sono una quindicina i faldoni di documenti acquisiti finora dalla polizia giudiziaria e finiti sotto il microscopio dei pm.
Si controllano in particolare le certificazioni di sicurezza, i collaudi e le manutenzioni, anche quelle settimanali. L’obiettivo è controllare che giovedì la funivia fosse partita in piena efficienza. L’impianto trasportò l’anno scorso 108mila persone, alimentando un indotto fatto di alberghi, ristoranti, maneggi, trekking e attività sportive sulla vetta del Faito. Con la funivia si arriva su in otto minuti.
Per raggiungere la sommità della montagna, che fa parte della catena dei monti Lattari, l’unica alternativa al momento è percorrere la strada che parte da Vico Equense. L’altra arteria che sale sulla montagna da Castellammare, è chiusa da anni, pericolosa e dissestata. “La morte non ci tiene in suo potere. Anche se le conseguenze di una tragedia, come quella che viviamo, ci spaventano”, ha detto l’arcivescovo di Sorrento-Castellammare Francesco Alfano, nella messa in suffragio delle vittime.
A perdere la vita lo scorso 17 aprile sono stati Janan Suliman, ragazza israelo-palestinese di 25 anni; Elaine Margaret Winn, 58enne britannica, con suo marito Derek Winn, 65 anni; e il macchinista dell’Eav di 59 anni Carmine Parlato. In ospedale, ancora molto grave, c’è Thabet Suliman, 23 anni, fratello di Janan.
In queste ore il caso della funivia ha raggiunto anche la Camera dei Deputati. Il parlamentare del Movimento 5 stelle Gaetano Amato, originario proprio di Castellammare di Stabia, ha chiesto tra le lacrime un’informativa urgente al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini. “Disgrazia? – ha detto Amato – Può essere, ma nello stesso tempo non ha funzionato il freno della cabina. Per cui cinque persone da 1.100 metri di altezza sono scese, con tutta la cabina, verso quota zero, andando a sbattere su un pilone. Chi doveva controllare?”.
Sempre in queste ore i consiglieri comunali di Castellammare di Stabia in un documento sottoscritto dall’intero parlamentino hanno scritto che “la tragedia che ha colpito la funivia del monte Faito ha lasciato un segno profondo nell’intera comunità di Castellammare di Stabia. Questo è il momento della responsabilità e dell’impegno. Questo è il tempo della coesione, non della divisione. È il tempo della concretezza, non della polemica“.