Per il suo primo viaggio da Papa, Francesco si recò a Lampedusa, in Sicilia. Era l’8 luglio 2013 e sull’isola simbolo dei viaggi dei migranti nel mar Mediterraneo, il Santo Padre parlò di globalizzazione dell’indifferenza.
Poi Jorge Maria Bergoglio, primo Papa argentino e gesuita, si affacciò al molo. Protendendo le braccia verso il Mediterraneo e lanciando un messaggio di fratellanza, di pace, di accoglienza. Da allora il Pontefice non ha mai smesso di spendersi per i rifugiati.
Papa Francesco è morto lunedì 21 aprile 2025. In questo momento a Roma migliaia di fedeli sono in attesa di entrare nella Basilica di San Pietro per omaggiarlo. Torniamo allora dove tutto è cominciato, sull’isola siciliana di dodici anni fa.
“Immigrati morti in mare. Da quelle barche che invece di essere una via di speranza sono state una via di morte. – affermò Bergoglio – Una spina nel cuore che porta sofferenza. Dio chiede a ciascuno di noi: dov’è il sangue del tuo fratello che grida fino a me?”. Per il Papa si era perso il senso della responsabilità fraterna, caduti nell’atteggiamento ipocrita del sacerdote e del servitore dell’altare.
“Il ricordo di Papa Francesco resta indelebile. Risuonano ancora le sue parole sull’accoglienza ai migranti. – ha detto il parroco di Lampedusa, padre Carmelo Rizzo – Un velo di tristezza, alla notizia della morte, è caduto su Lampedusa. Coinvolgendo tutti. In questo momento viviamo come se fosse deceduto un parente. La comunità stretta in preghiera, ricorda Papa Francesco. Io il Papa non l’ho mai incontrato. Allora non ero ancora a Lampedusa. Ma l’ho sognato e lo sento molto, molto vicino”.
Anche l’organizzazione internazionale Save the Children, attiva per l’accoglienza ai migranti, ha ricordato Bergoglio. Durante il suo Pontificato ha sempre sostenuto la voce dei bambini, delle bambine e dei giovani, la speranza dei popoli. Stc ha ricordato le parole rivolte ai leader del mondo ad agire per chiedere loro di proteggere i milioni di minori ancora senza diritti. Minori che vivono in condizioni precarie, vengono sfruttati, abusati.
“La voce di Papa Francesco – ha commentato Daniela Fatarella, direttrice generale di Save the Children Italia – in questi anni si è levata alta per chiedere che fossero garantiti i diritti dei più vulnerabili, soprattutto dei più piccoli. La sua voce è stata ferma quando ha incontrato i minori non accompagnati a Lampedusa e ha condannato le stragi in mare, o quando si è recato a Lesbo e ha toccato con mano il dolore di tante bambine e bambini che avevano perso i loro cari durante il viaggio”.
L’Unhcr, Agenzia Onu per i Rifugiati, in una nota si è detta “profondamente addolorata” per la scomparsa di Sua Santità Papa Francesco. Papa Francesco è stato un instancabile sostenitore dei diritti e della dignità dei rifugiati, dei migranti e delle persone costrette alla fuga in ogni parte del mondo. Ha preso posizione con fermezza e ha parlato in difesa delle vittime dei conflitti e di coloro che sono costretti ad abbandonare le proprie case. Ha acceso i riflettori sulle tragedie consumate alle porte dell’Europa e in aree ancora più remote, sottolineando la responsabilità condivisa che tutti abbiamo di proteggere chi è costretto alla fuga.
“Ha saputo usare la sua autorevolezza morale – hanno concluso dall’Unhcr – per spingere i governi e le istituzioni ad accogliere, proteggere, promuovere e integrare i rifugiati nella società, specialmente in un’epoca in cui sono troppo spesso ostacolati da barriere, rifiuto e paura. La sua scomparsa è una grande perdita per tutti noi che ci siamo lasciati guidare dai suoi principi e dai suoi valori. La sua eredità continuerà a ispirare e rafforzare il nostro lavoro a sostegno di chi è costretto a fuggire“.