Papa Francesco è stato un paladino del disarmo nucleare e un convinto sostenitore del Trattato delle Nazioni Unite sulla proibizione delle armi nucleari (Tpan).
Sotto la guida di Jorge Maria Bergoglio, il Vaticano è stato uno dei primi Paesi a ratificare il Tpnw. Si tratta del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari (Tpnw) del programma Ican, (International Campaign to Abolish Nuclear Weapons).
Parliamo dell’organizzazione no-profit per il bando delle armi nucleari. L’organizzazione è stata fondata a Melbourne nel 2007 ed ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace nel 2017. Proprio l’Ican ha ricordato in queste ore la storica visita del Pontefice a Hiroshima e Nagasaki nel 2019, quando incontrò i sopravvissuti ai bombardamenti atomici. Papa Francesco, morto lunedì scorso, condannò l’uso e il possesso di armi nucleari come immorali.
Il Santo Padre affermò allora che un mondo senza armi nucleari è “possibile e necessario“.
“Papa Francesco – ha scritto l’Ican in una nota – è stato un forte critico della dottrina della deterrenza nucleare. Durante il suo discorso a Nagasaki, affermò che le dottrine nucleari fomentano un clima di paura, sfiducia e ostilità. Aggiungendo che il possesso di armi nucleari non è mai la risposta ai nostri desideri di sicurezza, pace e stabilità“.
Per Bergoglio le armi nucleari offrono solo un “falso senso di sicurezza”. Questo perché la pace non può essere raggiunta attraverso “la minaccia dell’annientamento totale”. La Santa Sede, attraverso l’allora segretario per le Relazioni con gli Stati Paul Gallagher, sottoscrisse il Trattato sulle armi nucleari il 20 settembre 2017 nel corso di una cerimonia alla sede delle Nazioni Unite a New York. Il Vaticano, come già accennato, è stato uno dei primi Paesi a ratificare il Tpan al pari degli Stati Uniti.
In conformità con l’articolo 2 del Tpnw, il 15 febbraio 2021 la Santa Sede ha presentato una dichiarazione al segretario generale delle Nazioni Unite. Il Vaticano confermò di non possedere, detenere o controllare armi nucleari, di non averlo mai fatto e di non ospitare armi nucleari di alcun altro Stato sul proprio territorio. In base all’articolo 12, il Vaticano ha anche promosso l’adesione universale al Trattato sulle armi nucleari.
Nel 2019, ad esempio, il Segretario di Stato della Santa Sede, Pietro Parolin (tra i cardinali papabili del prossimo conclave), ha incoraggiato tutti gli Stati firmatari “a ratificarlo il prima possibile”. “In questo particolare momento storico – osservò Papa Francesco nel 2022 – in cui il mondo sembra trovarsi a un bivio, la visione coraggiosa di questo strumento giuridico, fortemente ispirato da argomentazioni etiche e morali, appare sempre più attuale“.