La Festa della Liberazione è una giornata simbolica in Italia, rappresenta la lotta partigiana contro il nazifascismo, terminata definitivamente con la resa di Caserta, firmata il 29 aprile del 1945.
La data del 25 aprile quest’anno verrà ricordata per le polemiche scaturite dopo che il Consiglio dei ministri ha deciso i cinque giorni di lutto nazionale per la morte di Papa Francesco.
Polemiche nate non per la decisione in sé ma per l’invito a festeggiare con “sobrietà”. La maggior parte delle manifestazioni culturali e dei cortei previsti nei luoghi simbolo della Resistenza, non sono stati cancellati e nel corso della giornata sono previste una serie di iniziative per ricordare la lotta partigiana, alla quale si devono il referendum del 2 giugno del 1946 e anche la stesura definitiva della Costituzione.
Se l’Italia è una Repubblica democratica è grazie soprattutto alle Brigate Garibaldi, le Matteotti, al partito d’azione Giustizia e Libertà e a Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI) nato nel 1944.
Fu proprio quest’ultimo che il 25 aprile del 1945 proclamò l‘insurrezione generale di tutti i gruppi partigiani delle aree del Nord Italia ancora occupate dai nazifascisti, ordinando di attaccarli fino alla resa. Il CLNAI assunse i poteri nel “nome del popolo italiano” ed ordinò la condanna a morte dei capi fascisti, tra cui Benito Mussolini, che venne fucilato tre giorni dopo.
Per tutte queste ragioni, la Festa della Liberazione è una delle più importanti per l’Italia e porta con sé i ricordi dei partigiani sopravvissuti e morti negli ultimi anni, i cui racconti sono un patrimonio per la storia del nostro Paese.
Il canto per eccellenza del 25 Aprile è Bella Ciao, che è anche il brano italiano più conosciuto al mondo e simbolo di resistenza e libertà. Ma cosa sappiamo di questa canzone? Secondo lo storico Cesare Bermani, era cantata dalla Brigata Maiella che operava in Abruzzo.
Nel corso del tempo si diffuse anche in altre regioni italiane come l’Emilia Romagna, ma è dato per certo che non tutti la conoscevano durante la Seconda Guerra Mondiale. All’epoca infatti, era molto più conosciuta la canzone sovietica Fischia il Vento.
Il resto del Paese ha conosciuto vent’anni dopo la fine del conflitto. Il primo a portarla in televisione fu il celebre cantante franco-italiano Yves Montand, il cui nome all’anagrafe è Ivo Livi.
Bella Ciao è stata cantata da Giorgio Gaber, Manu Chao, Woody Allen, Tom Waits e man mano, il mondo intero l’ha imparata. Nel 2013, l’hanno cantata a Istanbul anche i cittadini turchi, scesi in piazza contro il presidente Recep Tayyp Erdogan.
E ancora, l’hanno intonata i francesi nel 2015, in occasione della commemorazione delle vittime di Charlie Hebdo. Ed è l’inno dei giovani Fridays for Future.
Come dimenticare poi, il 2020, quando venne intonata il 25 aprile dai balconi degli italiani, in piena pandemia, durante il lockdown. Bella Ciao è stata cantata anche nella celebre serie Netflix La Casa di Carta.
Il significato di questa canzone è semplice: parla di un popolo che una mattina si è svegliato e ha trovato un invasore. C’è l’invocazione a un partigiano: “Portami via, ché mi sento di morir”, che lotta per una giusta causa. E in nome del suo ideale di mondo migliore, non ha paura di morire: “Se io muoio da partigiano tu mi devi seppellire”, così “le genti che passeranno”, “diranno “Che bel fior”.
A proposito di fiori: in Bella Ciao è citato il papavero, simbolo della Festa della Liberazione. È stato scelto per il suo colore rosso e perché è un fiore che cresce spontaneo, proprio come il movimento partigiano, nei campi abbandonati.