Nel 2023 in Italia ci sono stati “solo” 798 casi, ma la malaria, conosciuta fin dall’antichità ancora oggi rappresenta una minaccia sanitaria per metà della popolazione mondiale.
Oggi 25 aprile ricorre la Giornata mondiale della malaria. Secondo l’ultimo report dell’Oms si sono registrati nel mondo nel 2023 263 milioni di casi e 597 mila decessi. In Italia, come già accennato, la malaria è ormai debellata.
Le centinaia di casi che si registrano nel nostro Paese ogni anno, infatti, sono classificati come importati. Perché si parla allora di minaccia globale? I motivi sono molteplici. Per prima cosa non c’è un vaccino completamente efficace. Inoltre plasmodi, parassiti e zanzare che trasmettono il virus sono diventati resistenti ai farmaci e agli insetticidi. Inoltre i cambiamenti climatici stanno facendo avanzare le zanzare del genere Anopheles in nuovi territori.
La malaria è anche strettamente legata anche alla storia dell’Italia, con numerose zone che fino a non moltissimi anni fa ne erano infestate. “Anche l’Iss – hanno fatto sapere proprio dall’Istituto superiore di sanità – fu fondato nel 1934 anche per pianificare la lotta a questa patologia e ancora ad oggi ne porta avanti la sorveglianza oltre a diverse attività di ricerca. Quest’anno un’occasione in più per puntare i riflettori sulla malaria viene da un anniversario importante”.
Cento anni fa, il 4 maggio del 1925, moriva Giovanni Battista Grassi, medico, zoologo e ricercatore. Il suo contributo è stato fondamentale nello scoprire quale fosse il meccanismo di trasmissione della malattia, finalmente chiaro solo alla fine dell’Ottocento. L’Iss ha dedicato all’iniziativa un nuovo podcast, che ripercorre la storia della malattia e l’attività dell’Istituto, oltre ad aggiornare le pagine di Epicentro e di Issalute dedicate alla patologia.
Nel periodo post-pandemico in Italia si evidenzia una lenta ripresa dei casi, con 596 nel 2022 e 798 casi nel 2023. In gran parte (circa 700 nel 2023) si tratta di casi importati che coinvolgono stranieri di ritorno da viaggi nei loro Paesi di origine. Il motivo del viaggio in aree endemiche per gli Italiani includeva principalmente viaggi per lavoro (46%), seguito da turismo (26%) e volontariato/missione religiosa (19%). Gli stranieri presentano invece come principale motivo brevi viaggi nei loro Paesi di origine (80%), mentre per 13% sono al primo ingresso in Italia.
In Italia la malaria è tra le malattie infettive soggette a notifica obbligatoria. Il Ministero della Salute e l’Istituto Superiore di Sanità in stretta collaborazione con le strutture locali del Sistema Sanitario Nazionale assicurano un efficiente sistema di sorveglianza di questa malattia seguendo le linee guida riportate su la Circolare ministeriale dedicata.